«Queste – prosegue la nota – sono le parole di De Benedetti, che ci hanno lasciato esterrefatti e che purtroppo corrispondono nella sostanza a verità, stando alle verifiche che abbiamo fatto nelle ore successive. Esterrefatti perché questa idea di giornalismo, basata su rappresaglie e prove di forza e del tutto incurante della reputazione del Sole 24 Ore, è molto lontana da quella per cui la nostra redazione lavora ogni giorno: un’informazione completa e oggettiva. Non parleremo di libertà di stampa, di censura e del peso che tutti gli editori, De Benedetti incluso, hanno nelle scelte quotidiane dei mezzi di informazione. Teniamo, però, a difendere la grande autorevolezza che la nostra testata ha e che per noi rappresenta, senza dubbio, il valore più importante».
Il Comitato di redazione chiede allora al direttore, «per rispetto del lavoro quotidiano dei quasi 200 giornalisti della nostra redazione, scelte meno superficiali: non è la prima volta, purtroppo, che ci troviamo costretti a intervenire su episodi che poco hanno a che fare con la nostra tradizione. È successo in modo molto grave di recente (il 17 aprile scorso) per un commento firmato da Paolo Becchi e Giovanni Zibordi. E non è un caso che, pochi giorni fa, l’assemblea del Sole 24 Ore abbia dato mandato al Cdr di valutare un possibile voto di fiducia. Chiediamo, insomma, maggiore rispetto al direttore. E chiediamo – concludono i giornalisti – anche al nuovo presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, di dimostrare attenzione per l’indipendenza e l’autorevolezza del giornale. Si tratta, in primo luogo, di un valore anche per l’azionista».
La risposta del direttore
Ho buoni motivi che spiegano la scelta fatta, che oggi rifarei senza alcuna esitazione.