In Somalia è un periodo fecondo di cambiamenti, ripensamenti, tolleranze e riconoscimenti impensabili fino a pochi giorni fa.
Un importante cambiamento è quello del Presidente della Repubblica Federale somala Mohamed Abdullahi Mohamed detto Farmajo (Formaggio) che sta entrando nelle fibrillazioni della vigilia elettorale. Per festeggiare la revoca del lockdown da corona virus e la ripresa delle normali attività istituzionali, Farmajo la settimana scorsa si è recato in Parlamento, ma qui è stato contestato da due giovani parlamentari del Jubaland in modo così veemente da costringerlo ad interrompere il suo discorso poi ripreso per intervento del Presidente dell’assemblea.
Il malessere dei due parlamentari risale alle problematiche connesse con la rielezione di Ahmed Mohamed Islam, detto Madobe (nero). Questi, già governatore per due volte consecutive dello Stato federato più meridionale della Somalia, il Jubaland, si è candidato per la terza volta – nonostante l’impedimento previsto nello Statuto – grazie all’influenza del confinante Kenya che vede in lui un baluardo contro gli Al Shabab che hanno spesso sconfinato con azioni di commando che hanno provocato numerose vittime tra i soldati keniani e anche tra i turisti delle più famose località del Paese, come Lamu, mettendo in pericolo una delle maggiori entrate del Kenya.
Il governo centrale somalo ha inizialmente contrastato la rielezione di Madobe arrivando ad inviare nella regione di Gedo, facente parte del Jubaland, 700 militari con l’intento di annullare l’elezione del governatore e ripristinare l’osservanza dello Statuto locale, ma l’operazione è stata frenata dalla comunità internazionale che ha visto come il fumo negli occhi l’ipotesi di una ripresa della guerra civile.
La situazione sembrava giunta ad un punto di stallo quando stamattina il Presidente Farmajo, in procinto di imbarcarsi per una visita ufficiale a Gibuti, ha diffuso una nota con la quale se, da una parte, ha richiamato i motivi di illegittimità della terza elezione di Madobe, dall’altra parte gli ha lanciato un ramoscello d’ulivo definendolo Presidente ad interim del Jubaland per un biennio, gravato dell’onere di convocare nuove elezioni per il governatorato. Seppure è vero che Madobe ha immediatamente protestato per il limitato riconoscimento, è altrettanto vero che ha accettato di partecipare alla riunione che, in vista delle imminenti elezioni generali in Somalia, lo stesso Farmajo, sempre oggi, ha convocato con tutti i governatori degli Stati Federati.
L’auspicio di Formaggio sarebbe quello di portare alla riunione indetta anche un esponente del Somaliland, lo stato del Nord che pretende l’indipendenza.
Per risolvere questo contenzioso, Farmajo è volato oggi a Gibuti ad un incontro organizzato col presidente del Somaliland Muse Bihi Abdi sotto la mediazione del Presidente etiope Abiy Ahmed Ali. Appare evidente alla comunità internazionale che la pretesa di indipendenza del Somaliland, in un mondo di blocchi geopolitici sempre più concentrati, è del tutto velleitaria e che prima il Somaliland accetterà di federarsi con la Somalia, prima sarà eliminato un problema di individualismo per molti versi incomprensibile
Tuttavia, se le ponderazioni di Farmajo possono inserirsi nella normale dialettica politica tra governi centrali e governi locali e tra maggioranze e opposizioni – che costituiscono il sale di qualunque democrazia – ben diverso è il ripensamento al quale si è potuto assistere in questo periodo nella dottrina degli Al Shabab.
Il gruppo terroristico ha diffuso le immagini dell’ospedale anticovid-19 che è stato realizzato a Jilib, città posta nell’interno del meridione somalo, a nordest di Kismayo. La fila di letti in ambienti separati, ciascuno dei quali corredato dai macchinari per la respirazione, aprono alla riflessione sotto molteplici aspetti. Indubbiamente si manifesta una cospicua disponibilità economica e logistica, ma soprattutto emergono le relazioni internazionali che hanno permesso l’acquisizione dei materiali sanitari di avanguardia, la loro installazione, il loro funzionamento e la relativa manutenzione.
È questa una svolta fondamentale sotto il profilo della dottrina islamista perché non ci si affida più all’intervento divino, come inteso dalla visione oscurantista tipica del fanatismo religioso, ma si confida nei progressi scientifici raggiunti dagli uomini con la loro capacità, la loro alacrità e la loro curiosità.
Se gli Al Shabab prenderanno coscienza di tutti i significati e di tutte le implicazioni che l’investimento nell’ospedale di Jilib comportano, sarà fatto un passo avanti verso il superamento dell’anacronistica posizione che li contrappone all’evoluzione dell’umanità.