L’ultimo a finire in carcere un collaborare di Al Jazeera, Mohamed Monir, 65 anni, con l’accusa di diffondere notizie false.
L’ennesimo tentativo del governo di reprimere la libertà di stampa è stato denunciato dall’avvocato di Monir, Nabeh el-Ga nadi. Il giornalista è stato prelevato da agenti di sicurezza in borghese dal suo appartamento a Giza. Attraverso un comunicato la sua famiglia ha fatto sapere che durante il fine settimana, il 65enne aveva pubblicato filmati di sorveglianza sulla sua pagina Facebook, che mostravano decine di poliziotti pesantemente armati che facevano irruzione nella sua casa per perquisirla quando lui non si trovava lì. Dopo aver postato quelle informazioni, di Monir si sono perse le tracce fino a ieri, quando è apparso davanti ai pubblici ministeri che ne hanno ordinato la detenzione preventiva di 15 giorni con l’accusa di aver diffuso notizie false, di fare propaganda per un gruppo terroristico anche attraverso i social media.
La famiglia del giornalista ha fatto sapere che di recente Monit era intervenuto in diretta su Al-Jazeera, di cui il governo egiziano ha da tempo vietato le trasmissioni.
Oltre a collaborare con la televisione del Qatar, il collega egiziano è editorialista del quotidiano al-Diyar ed ex vicedirettore del giornale Al-Youm Al-Sabae, conosciuto come “Settimo Giorno”.
Il ministero dell’Interno, interpellato sulla questione, non ha rilasciato commenti.
“Monir ha vari problemi di salute e tenerlo in arresto in attesa di processo durante una pandemia, oltre che una grave violazione di diritti umani, è crudele” ha aggiunto Mansour. Il Cpj ha anche ricordato che Monir aveva criticato la risposta del governo egiziano alla pandemia di Covid-19 su Al-Jazeera e forse proprio questo ha scatenato la reazione repressiva bei suoi confronti.
Le organizzazioni per la libertà di informazione denunciano da tempo che il presidente Al Sisi usa i poteri avvocati a se per l’emergenza coronavirus come ‘copertura’ per intensificare la repressione.
Il sindacato dei giornalisti egiziani ha convocato una riunione del consiglio di emergenza per discutere “dell’ assedio imposto alla libertà di stampa”.
Monir è il quarto membro del sindacato a essere arrestato nelle ultime settimane.
“Le autorità sanno che coloro che sono stati arrestati non hanno alcun legame con atti di violenza o di istigazione a compierla”, ha scritto il segretario Mohamed Saad Abdel Hafiz su Facebook.
“Silenziare tutti e diffondere la paura è il loro obiettivo, non solo per i giornalisti, ma per tutti coloro che esprimono un’opinione o una posizione diversa in questo Paese”, ha aggiunto.