Condorelli aveva lanciato la notizia del blitz al Tar dei militari nel gennaio 2019. Trebastoni, in servizio al Tar durante la perquisizione dei finanzieri, ha accusato il giornalista di rivelazione del segreto istruttorio. Quella mattina, dopo l’articolo di Condorelli, fu la Procura di Catania a fornire, con un comunicato stampa, i particolari del blitz. Durante le indagini, delegate dalla Procura, sono stati estratti i tabulati telefonici che fanno confermato la ricostruzione del cronista. Gli inquirenti hanno anche estratto dal sistema di gestione del quotidiano catanese i 14 aggiornamenti dell’articolo incriminato, accertando che corrispondevano al comunicato della Procura e alle informazioni fornite da un altro avvocato coindagato con Trebastoni. La Procura ha documentato che, per avere informazioni, Condorelli ha chiamato la segreteria del procuratore capo, che non fornì alcun particolare, e il cellulare dell’avvocato Attilio Luigi Maria Toscano, che confermò, come descritto nell’articolo, di essere indagato insieme con Trebastoni.
“Dalle indagini svolte – scrive la Procura – emerge chiaramente come il giornalista si limitava a pubblicare, con grande tempestività, notizie di cui aveva avuto conoscenza per averle apprese personalmente nel momento in cui gli eventi descritti si verificavano e non vi è alcun motivo di ritenere che di tali informazioni ne fosse venuto a conoscenza prima che divenivano di dominio pubblico, ovvero prima della loro esecuzione. Inoltre, è stato accertato che tutte le pubblicazioni sulla testata giornalistica e contestate dal denunciante sono avvenute in orari successivi al verificarsi degli eventi”. Il Tribunale ha fissato udienza in camera di consiglio per il prossimo 20 dicembre, quando si discuteranno la richiesta di opposizione all’archiviazione richiesta dalla Procura di Catania e le richieste formulate dal giudice Trebastoni.