La mancata pubblicazione dell’intervista per «rappresaglia» nei confronti del direttore designato di Domani, Stefano Feltri, lascia «esterrefatti» i rappresentati sindacali. «Questa idea di giornalismo, del tutto incurante della reputazione del quotidiano, è molto lontana da quella per cui la redazione lavora ogni giorno», scrive il Cdr. La risposta di Tamburini: «Lo rifarei».
«Abbiamo ascoltato con stupore le parole con le quali Carlo De Benedetti lunedì sera ha denunciato, nel corso di una trasmissione televisiva, la mancata pubblicazione sul nostro quotidiano di un’intervista concessa a un giornalista del Sole 24 Ore la scorsa settimana. Questa intervista non è stata poi pubblicata, perché – stando a De Benedetti – nei giorni immediatamente precedenti (per la precisione martedì 16 giugno) Stefano Feltri, direttore designato di Domani, nuovo quotidiano dello stesso De Benedetti, nella sua newsletter aveva duramente criticato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, e il direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini». È quanto si legge in un comunicato sindacale dei giornalisti del Sole 24 Ore pubblicato mercoledì 24 giugno sia sul sito web che sul quotidiano cartaceo.
«Queste – prosegue la nota – sono le parole di De Benedetti, che ci hanno lasciato esterrefatti e che purtroppo corrispondono nella sostanza a verità, stando alle verifiche che abbiamo fatto nelle ore successive. Esterrefatti perché questa idea di giornalismo, basata su rappresaglie e prove di forza e del tutto incurante della reputazione del Sole 24 Ore, è molto lontana da quella per cui la nostra redazione lavora ogni giorno: un’informazione completa e oggettiva. Non parleremo di libertà di stampa, di censura e del peso che tutti gli editori, De Benedetti incluso, hanno nelle scelte quotidiane dei mezzi di informazione. Teniamo, però, a difendere la grande autorevolezza che la nostra testata ha e che per noi rappresenta, senza dubbio, il valore più importante».
Il Comitato di redazione chiede allora al direttore, «per rispetto del lavoro quotidiano dei quasi 200 giornalisti della nostra redazione, scelte meno superficiali: non è la prima volta, purtroppo, che ci troviamo costretti a intervenire su episodi che poco hanno a che fare con la nostra tradizione. È successo in modo molto grave di recente (il 17 aprile scorso) per un commento firmato da Paolo Becchi e Giovanni Zibordi. E non è un caso che, pochi giorni fa, l’assemblea del Sole 24 Ore abbia dato mandato al Cdr di valutare un possibile voto di fiducia. Chiediamo, insomma, maggiore rispetto al direttore. E chiediamo – concludono i giornalisti – anche al nuovo presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, di dimostrare attenzione per l’indipendenza e l’autorevolezza del giornale. Si tratta, in primo luogo, di un valore anche per l’azionista».
La risposta del direttore
Ho buoni motivi che spiegano la scelta fatta, che oggi rifarei senza alcuna esitazione.