“Attraverso i tuoi occhi”. Cronache dalle migrazioni – di Angela Caponnetto

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Dall’ “emergenza sbarchi” all’emergenza coronavirus, le migrazioni non hanno mai smesso di restare al centro delle cronache italiane. I popoli hanno continuato a muoversi e ad attraversare il Mediterraneo nonostante fossero al corrente della pandemia che stava investendo i paesi di primo approdo così come il resto del mondo. Perché chi fugge da una guerra, dalle torture o dalla fame ha solo un obiettivo: la sopravvivenza. Angela Caponnetto, inviata di  Rainews24, in questi anni ha seguito il fenomeno dei flussi migratori, in particolare quelli attraverso il Mediterraneo Centrale. Uomini, donne, bambini, persone che decidono di mettersi in viaggio per approdare in Europa. Una marea umana che cerca solo una vita migliore, che scappa da guerre intestine, terrorismo, cambiamenti climatici, fame, carestie. Le persone incontrate sui moli agli sbarchi, nei centri di accoglienza, in mare sulle navi militari e sulle Ong, nei villaggi in Africa, escono così dalla lista dei numeri, delle statistiche e diventano, con il loro personale vissuto, testimoni di un fenomeno a carattere universale tragico ma anche intriso di vita e di resilienza.

Dai bambini che viaggiano da soli al giovane ivoriano scaraventato contro la sua volontà su un gommone e trasferito in un centro di accoglienza nel profondo nord dopo l’approdo in Sicilia: dalla forza e capacità di rinascita delle donne migranti allo sfinimento fisico e psichico degli uomini in divisa costretti a raccogliere quel che resta dei cadaveri in mare, fino a quel microcosmo lampedusano dove si vive una realtà che sembra dissociata dal resto del mondo. Attraverso i tuoi occhi è un resoconto partecipe, commovente e crudo che dimostra però come una risata strappata ad un bambino salvato dal mare o i sogni di una ragazza sopravvissuta alle torture valgano più delle paure delle reticenze dei paesi e dei popoli che alzano muri. E che la solidarietà è un valore prezioso. Soprattutto quando – come ai tempi del Coronavirus –  si dovrebbe essere tutti sulla stessa barca.


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