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Terrorismo, Martella: “Dalla memoria delle vittime un insegnamento per affrontare il duro presente”

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“Le vicende umane, sociali, politiche, di ognuna delle vittime del terrorismo e delle stragi ci consegnano, attraverso l’esercizio della memoria, tanti preziosi insegnamenti per affrontare oggi questa dura prova comune alla quale il virus ci sta sottoponendo”. Così il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Andrea Martella, ricorda il Giorno della memoria per le vittime del terrorismo e delle stragi. In particolare, Martella fa riferimento ad Aldo Moro, assassinato il 9 maggio 1978 dalle Brigate Rosse: “Tra le tante significative, c’è una sua frase che va conservata in modo prezioso: ‘Si tratta di vivere il tempo che ci è dato con le sue difficoltà’. In questo tempo così difficile, la nostra stella polare rimane la Costituzione, che Aldo Moro non descrisse mai come compromesso, ma come punto di approdo di una società che aveva sconfitto il fascismo e che doveva difendersi dai possibili ritorni di spinte totalitarie. Ed è sempre in questo tempo così difficile, che i pensieri di Moro sull’Europa sono di straordinaria attualità. Un’Europa che dovrebbe dimostrare maggiore consapevolezza di quanto sia importante essere solidali. Perché in passaggi che sono di portata storica non debbono essere compiuti errori che potrebbero rivelarsi drammatici”.

“La straordinarietà di questo grande uomo di Stato, ci può davvero accompagnare, con i suoi pensieri, in questa difficile navigazione della nostra democrazia. Pensando poi al ruolo dell’informazione, anche nei momenti più difficili, Moro non si è mai sottratto al confronto con la stampa, valorizzandone e tutelandone il valore fondamentale per la qualità stessa della nostra democrazia. Questo avendo come riferimento irrinunciabile quell’articolo 21 della nostra Costituzione che sancisce il diritto di informare ed essere informati”.

“Ma il 9 maggio 1978 – conclude Martella – è anche la data dell’assassinio di Peppino Impastato. Un altro uomo che ha sacrificato la vita, il bene più prezioso, per la nostra democrazia e per la legalità, altro caposaldo da continuare ad affermare e difendere quale irrinunciabile caposaldo di convivenza sociale”.


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