Chi lo avrebbe mai potuto immaginare che un giorno, le commemorazioni della Strage di piazza della Loggia, dovessero svolgersi secondo precise indicazioni vagamente militari? Ma la stagione del Covid – che proprio a Brescia ha segnato con pesanti lutti buona parte delle famiglie -, impone anche questo.
Così il 28 maggio 2020 – che segna il 46esimo anniversario per Brescia – sarà celebrato seguendo un dettagliato vademecum sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil a cui da sempre fa capo l’organizzazione della manifestazione.
Cinque anni dopo la sentenza di condanna – confermata in Cassazione due anni dopo – di Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte (estradato dal Portogallo e incarcerato in Italia; oggi nel carcere di Fossombrone) mentre Maggi è morto nel 2018, non ci si potrà quindi trovare insieme liberamente ma secondo lo schema che prevede:
Dalle 8.30 sarà consentito l’ingresso in piazza, dove ci saranno 33 postazioni in cui potranno stare al massimo tre persone. Non sarà pertanto possibile la presenza di più di 99 persone contemporaneamente. Le delegazioni e i privati dovranno “avanzare per scaglioni” fermarsi davanti alla stele, prima di lasciare spazio ad altri in modo da “mantenere in piazza un numero costante di persone, adeguato alle disposizioni prescritte dalle autorità”.
Alla 10 l’ingresso e alle 10.12, alla presenza della delegazione istituzionale, verranno scanditi gli otto rintocchi che ricordano le vittime della strage inoltre alla stessa ora tutte le campane della Diocesi di Brescia verranno fatte suonare contemporaneamente.
Come ogni anno il programma delle commemorazioni, curato da Casa della Memoria e Comune di Brescia prevede un convegno, quest’anno via streaming, a cui parteciperanno Annamaria Furlan segretaria generale della Cisl, Giovanni Bachelet – figlio di Vittorio – magistrato ucciso dalle Brigate Rosse e una studentessa del liceo Arnaldo di Brescia. Al termine dell’incontro verrà trasmesso un video dedicato alle otto vittime: Giulietta Banzi Bazoli, Livia Bottardi Milani, Alberto Trebeschi, Clementina Calzari Trebeschi, Euplo Natali, Luigi Pinto, Bartolomeo Talenti, Vittorio Zambarda.
“Sono convinto che sia morto portandosi via tante verità non dette” era stato il commento di Manlio Milani, presidente dell’Associazione familiari delle vittime della Strage di piazza Loggia e fondatore della Casa della Memoria, il giorno della morte di Carlo Maria Maggi.
La verità sulla strage di Piazza della Loggia di Brescia non è ancora emersa del tutto perché non si è mai saputo chi componesse la “base bresciana” tra i neofascisti dell’epoca.
Manlio Milani lo scorso 17 febbraio è stato insignito della laurea honoris causa in Giurisprudenza assegnata dall’Università di Brescia.
Motivazioni più che mai realistiche:”Per tutto quello che ha fatto per tenere viva la memoria per la ricerca instancabile della verità e l’ottenimento della giustizia” ma anche per avere svolto “un encomiabile ruolo di presenza nelle aule di giustizia, di tenace invocazione della verità, un infaticabile lavoro di ricerca storica, di riflessione civile e di riconciliazione memorialistica sulla stagione del terrorismo e della lotta armata”.
Senza Manlio Milani il 28 maggio 1974 sarebbe a malapena il titolo della pagina di storia sui testi delle scuole medie, forse.