Mascherine, guanti, gel disinfettante, “distanziamento sociale”, sanificazioni, niente assembramenti. E le passeggiate? Nel rigore della “fase 2”anti Coronavirus si apre una breccia strana sulle passeggiate. Lo studio per districarsi nella giungla di divieti e contro divieti offre delle singolari sorprese.
Il criterio generale imposto da Giuseppe Conte è di estrema severità: in genere si può uscire da casa con le dovute protezioni e cautele solo per motivi di lavoro, sanitari e di necessità. Sono tanti, però, i dubbi. Così il governo ha allestito un sito Internet per rispondere ai molti dilemmi dei cittadini. I chiarimenti sono un po’ contorti: «Le passeggiate sono ammesse solo se strettamente necessarie a realizzare uno spostamento giustificato». E qui torniamo alle vecchie giustificazioni della “fase 1”: lavoro, salute, acquisti alimentari. Poi c’è una spruzzatina di “fase 2”: acquisti nei vari negozi, visite ai “congiunti”. Spulciando compare infine “l’attività motoria” e “sportiva”.
Rientra nelle passeggiate? Sembra di sì. E c’è una sorpresa: compaiono anche le passeggiate chilometriche. Il vademecum del governo precisa: «Al fine di svolgere l’attività motoria o sportiva di cui sopra, è consentito anche spostarsi con mezzi pubblici o privati per raggiungere il luogo individuato per svolgere tali attività. Non è consentito svolgere attività motoria o sportiva fuori dalla propria Regione».
Come «spostamento giustificato» non c’è male. E’ vietato incontrare un amico, si può andare a trovare la madre anziana solo con la mascherina e per breve tempo. Ma sono consentite dal governo le passeggiate anche prendendo la macchina o l’autobus per raggiungere il posto prediletto anche sfidando un traffico caotico. Unica proibizione: niente sforamenti «dalla propria Regione». Un dilemma resta assieme a molti altri: anche per le passeggiate serve l’autocertificazione? Per alcune interpretazioni sì, per altre no.