Fondatore Eugenio Scalfari,
le chiedo di dedicare il prossimo domenicale al “suo” giornale.
Lo so, è una seccatura. Lei preferisce spaziare tra filosofia, storia, ricordi, emozioni e visioni, ma la Repubblica sta male. La pressione del suo nuovo editore, la Exor controllata dalla famiglia Agnelli, si fa ogni giorno più pesante. Si è vista nella brusca virata della linea del giornale su una linea di conformismo industriale inedito e rude. Ad iniziare dal licenziamento in tronco del direttore Verdelli, fino al trattamento del recente caso del prestito garantito con soldi pubblici alla FCA , che ha generato un conflitto tra interesse dei lettori (corretta informazione) e degli editori (perfetta giustificazione). Il Comitato di Redazione è in subbuglio e già una prima firma di rilievo come Gad Lerner ha lasciato la testata. Mentre il disagio dei lettori diventa distacco, il direttore Molinari non ha avuto altra idea che istituire il premio aziendale di una “spilletta” a forma di R (e 600 euro) per chi avesse fatto il miglior articolo della settimana.
Eugenio Scalfari,
lei avrebbe tutto il diritto di essere lasciato in pace, ma la nave imbarca acqua e gli “spillettati” aumentano. Serve una sua presa di posizione. Ora.
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