I giudici egiziani hanno deciso che Patrick George Zaki, lo studente della Università di Bologna e detenuto da più di tre mesi resta in carcere. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia esprime la sua forte preoccupazione e parla di “situazione insopportabile e crudele” anche per il rischio di contagio da Coronavirus. “Una ragione in più – sottolinea Noury – per essere liberato al più presto”. Filippo Sensi, deputato del Pd, oggi in apertura di seduta alla Camera, ha lanciato un nuovo appello al governo perché «si attivi con urgenza e per far presente al Governo questa penosa, assurda situazione». «Credo – ha proseguito Sensi – che a ogni livello vada rappresentata alle autorità egiziane la nostra preoccupazione, resa ancora più angosciata dalla morte, qualche giorno fa, di un regista, Shady Habash, da più di due anni in attesa di processo nello stesso carcere in cui è rinchiuso Zaki».
«Patrick Zaki è ancora nel carcere di Tora, al Cairo – aveva già denunciato nei giorni scorsi Erasmo Palazzotto (LeU) e Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni -. Soffre d’asma e l’ultima volta che ha sentito la sua famiglia respirava male. Il coronavirus ha peggiorato la situazione, tanto che le autorità hanno proibito ai detenuti di vedere anche i loro avvocati. La sua vita è a rischio non solo perché nelle mani di chi non ha alcun rispetto dei diritti umani. Il Governo italiano faccia il possibile per riportarlo a casa».