Oggi, giovedì 30 aprile, il mondo celebra il jazz con la Giornata internazionale dedicata a questo stile musicale istituita dalla Conferenza generale dell’Unesco nel 2011, poi riconosciuta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
L’International Jazz day riunisce paesi e comunità di tutto il pianeta per celebrare il jazz: «musica di dialogo che supera le discriminazioni e promuovere la dignità umana», ricorda l’Unesco.
Recentemente, purtroppo, sono scomparsi jazzisti che hanno fatto la storia dell’improvvisazione togliendoli dalla scena e dai palchi che ancora calcavano come Manu Didango, McCoy Tyner e Lee Konitz.
Perdite infinite per il jazz e gli amanti del jazz.
Resta, fortunatamente, la loro eredità musicale e innovativa.
Per celebrare questa importante Giornata, oggi vogliamo ricordare due belle opere in circolazione e che vi consigliamo. Una sonora e l’altra letteraria.
La prima legata a una scelta della nostra redazione: il cd doppio dal titolo Udito del contrabbassista Aldo Mella che ospita ben 46 musicisti, tra i migliori in circolazione in Italia – tutti «arruolati» dal compositore –, un lavoro meritoriamente pubblicato e promosso dall’editrice protestante Claudiana (fondata a Torino nel 1855) e dal nostro settimanale Riforma – Eco delle valli valdesi e quotidiano online Riforma.it.
Al progetto musicale dell’artista di origini pinerolesi hanno preso parte: Albert Hera, Alberto Tafuri, Alessandro Chiappetta, Alfredo Ponissi, Andrea Allione, Andrea Ayassot, Antonio Faraò, Antonio Santoro, Carmelo Coglitore, Daniele Di Gregorio, DJ Rocca, Eduardo Taufic, Elio Rivagli, Emanuele Cisi, Enrico Caruso, Enzo Salzano, Enzo Zirilli, Fabio Giachino, Fabio Gorlier, Federica Biribicchi, Federico Monti, Flavio Boltro, Francesco Sotgiu, Fulvio Chiara, Gigi Biolcati, Gilson Silveira, Giorgio Giovannini, Giorgio Li Calzi, Giovanni Mattaliano, Kamod Raj, Lanfranco Costanza, Marco Tardito, Marina Martianova, Mario Bruno, Maurizio Piancastelli, Max Serra, Max Furian, Paolo Porta, Pietro Ballestrero, Roberto Bongianino, Roberto Cecchetto, Roberto Regis, Roberto Taufic, Rudy Migliardi, Valentina Ponzoni, Zeno De Rossi.
«Uno schieramento (pacifico) di musicisti con ogni genere di strumento – ricorda la giornalista Lorenza Cattadori, che cura la comunicazione del lavoro musicale con la Blue Valentine Press–. Un progetto unico, multiforme e vibrante, piuttosto difficile da semplificare.
Udito, non significa solo ciò che sembra: è un’assonanza curiosa e quando lo ascolterete susciterà in voi un sorriso. Udito non è una raccolta di session casuali registrate qua e là in giro per locali, tutto è realizzato con modalità curatissima e rigorosa. Udito non è nemmeno il disco di un leader con un folto accompagnamento di sidemen: i pochi assolo di contrabbasso durano poco più di due minuti e ogni brano si adatta ai musicisti che lo eseguono, tanto da renderli immediatamente protagonisti».
Il progetto, ricorda Mella «non vuole avere alcuna velleità innovativa o di avanguardia, ma proporre qualcosa di già “Udito”. La musica contenuta in questo impegnativo lavoro è in qualche modo la sintesi delle influenze musicali che hanno accompagnato la mia esperienza musicale sin dagli anni ’70: come i telefilm americani, la musica etnica, il jazz mainstream».
Un cd che Mella dedica all’amico e grande musicista e chitarrista prematuramente scomparso qualche anno fa Andrea Allione, anche lui pinerolese e già chitarrista del cantautore Paolo Conte.
Poi, consigliamo un libro a nostro avviso eccezionale e uscito tanti anni fa, nel 1991 (sempre un ever green) e poi riproposto da Einaudi nel 2013, e oggi disponibile grazie alla casa editrice Il Saggiatore (con una nuova prefazione dell’autore): Natura morta con custodia di sax – Storie di jazz di Geoff Dyer.
La prima edizione venne proposta in Italia dalla casa editrice Instar Libri.
L’immagine di copertina originale era meravigliosa (nella foto) ed era stata dedicata dal grande fotografo Herman Leonard a Lester Young, davvero azzeccata per il contenuto del libro.
L’opera è un romanzo/saggio che a partire da frammenti sparsi di memoria ricostruisce le vicende di alcuni dei più noti protagonisti del jazz offrendo, nel contempo, un’avvincente guida all’ascolto della loro musica.
Un racconto «on the road» ispirato a Duke Ellington (e proprio a Duke Ellington è stata ispirata anche la Giornata mondiale del jazz), dove prendono forma sette narrazioni indipendenti che potrebbero essere variazioni cinematografiche sul rapporto – sempre esagerato e spesso esasperato – fra l’artista e la sua creazione.
L’appendice discografica curata da Luciano Viotto è stata mantenuta anche nella nuova edizione, con l’aggiunta di alcuni contributi dello stesso Viotto.
«Per un po’ – avvisa i lettori Dyer – mi sono domandato se non fosse doveroso segnalare i passi in cui prestavo ai personaggi frasi da loro effettivamente pronunciate nella realtà. Alla fine, attenendomi al principio che ha guidato tutte le altre mie scelte in questo lavoro, ho preferito evitarlo. È normale che i jazzisti si citino a vicenda nei loro assolo: avvertirlo o meno dipende dalla nostra competenza musicale. Qui capiterà la stessa cosa. In linea di massima considerate che quanto leggerete è stato inventato o modificato, non riportato. Per tutto il libro mi sono proposto di presentare i musicisti non com’erano ma come me li immagino e, ovviamente, fra le due versioni può esserci un abisso: piú che descrivere i musicisti in azione, ho cercato di proiettare a ritroso di trent’anni – fino al momento in cui la loro musica fu concepita – la mia esperienza di ascoltatore contemporaneo».
Nel libro troverete un Thelonious Monk che incurante della baraonda intorno a lui suona il Baby Steinway mezzo incastrato in cucina con la schiena così vicina ai fornelli da rischiare di prendere fuoco. Un Lester Young perso di notte in una stanza d’albergo inondata dalla luce di un neon verde proveniente dalla strada. Charles Mingus che come una furia pedala al Greenwich Village attaccando briga con passanti e automobilisti e attraversando giornali, lattine vuote e cartacce sollevate dal vento. E poi un Bud Powell che…, un Chet Baker che…
Tutti nomi di musicisti che hanno fatto la storia della musica jazz raccontati a partire da immagini, aneddoti e soprattutto dalla musica Ritratti che sono veri e propri pezzi di virtuosismo narrativo. «Questo libro è una vera e propria gemma», ha detto Keith Jarrett.
Per gli appassionati protestanti, infine, il jazz non può non rimandare a un amplissimo patrimonio spirituale che parte dal negro spiritual (v. P. Ribet – F. Gitti, Negro spirituals, musica e testi di 51 canti negri originali, Claudiana 1982-1998) e per il tramite del blues tanto influenzò il jazz dei primi tempi. Innumerevoli gli esempi di musicisti: si può ricordare la celebre intervista del giornalista Rai Carlo Mazzarella a Louis Armstrong, che descriveva la propria spiritualità, oppure il pianista Hank Jones (1918-2010) che con il contrabbassista bianco Charlie Haden realizzò nel 1994 un celebre album basato non solo su celebri spiritual (il più bello di tutti, Go down, Moses) e inni di chiesa, compresi Amazing Grace, Abide with me – Resta con me e What a Friend we have in Jesus, noto soprattutto nelle chiese francofone (Quel ami fidèle et tendre).