Firenze, 6 maggio 2020. Nasce il “Movimento Per La Musica”, che si prefigge l’intento di farsi portavoce delle esigenze degli artisti del mondo della musica, i quali diffondono cultura e bellezza. Il Movimento per la Musica è un movimento di pensiero, la cui finalità è quella di rivendicare l’importanza del ruolo del musicista all’interno del contesto lavorativo e sociale del nostro Paese, spesso trascurato e abbandonato al proprio destino. Occorre, tuttavia, sottolineare, che la responsabilità di questo abbandono è in parte da imputare agli stessi musicisti, i quali non hanno, nel corso degli anni, creato mai un organismo che difendesse gli interessi di tale “categoria”. Se è vero che altre categorie di lavoratori sono state riconosciute sotto il profilo giuridico, da cui è scaturita la loro tutela, è perché hanno assunto specifiche connotazioni che hanno consentito loro di acquisire la possibilità di rivendicare i propri diritti attraverso efficaci battaglie sindacali, per contro, la categoria dei musicisti non ha mai rivendicato realmente i propri diritti attraverso battaglie precipue e, per tale ragione, non è stata mai realmente riconosciuta come una vera e propria categoria lavorativa, come è sancito nel diritto del lavoro. La tutela giuridica dei lavoratori, termine con cui si connota ogni attività lavorativa, è stata frutto di vere e proprie battaglie sindacali nel corso dei secoli.
Gli artisti, o per propria volontà, o perché è sempre stato così, hanno sempre camminato in completa autonomia, escludendosi così dalle categorie lavorative, giuridicamente riconosciute e tutelate, che avrebbero potuto inficiare la propria identità, che si lega ad un atto creativo svincolato dai processi materiali e manuali, legato puramente alla sfera spirituale. Ma è sfuggito all’opinione pubblica che creare è pur sempre un’attività, sebbene di carattere non espressamente materiale, tuttavia legata a processi sociali e, pertanto, rientranti nell’ambito del contesto del mondo lavorativo. Il lavoro creativo dell’artista è equivalente sul piano giuridico a quello dei lavori non espressamente legati alla creatività, anche se non vi è dubbio che ogni attività lavorativa è legata al creare, sia che si tratti di creare un’opera, sia che si tratti di creare un bene materiale. Alla luce delle suddette considerazioni, appare evidente la necessità che, a partire dall’esperienza attuale, occorra cambiare mentalità e costruire una categoria, giuridicamente riconosciuta e tutelata, anche per gli artisti, che abbia il potere di rivendicare, nelle Sedi opportune delle Istituzioni, i diritti dell’artista, in questo caso dell’artista che si esprime nell’ambito musicale.
La musica, da espressione artistica, dovrà anche assurgere al piano di attività lavorativa. L’arte non è effimera, ma concreta, tangibile, in quanto diventa percettibile all’anima e al cuore e diventa palpabile ai nostri sentimenti e, pertanto, da tale considerazione, occorre prendere le mosse per dar vita ad un movimento che sia, nel contempo, di carattere filosofico, in quanto rivendica la specificità altamente creativa e spirituale dell’arte, sia di carattere giuridico, in quanto ratifica l’introduzione del ruolo del musicista nell’ambito delle categorie lavorative e produttive vere e proprie. Occorre, pertanto, sfatare il preconcetto che gli artisti non siano lavoratori e, quindi, in quanto tali, non rappresentano una categoria come avviene per altre categorie, a cui viene riconosciuta la tutela della propria attività. A partire da oggi, i musicisti dovranno impegnarsi affinché la musica venga considerata lavoro alla stregua delle altre attività, senza smarrire il valore specifico del livello creativo legato al proprio mestiere. E’ vero che la musica e l’arte sono libere da schemi e da chiusure, tuttavia l’intento non è quello di recintare in una categoria l’arte, ma di tutelarne gli aspetti commerciali, ricadenti nell’ambito delle attività produttive, da difendere al pari delle altre attività.
In Italia esistono cantautori, cantanti, band musicali, strumentisti eccellenti, i quali non hanno uno spazio, tutelato da leggi, attraverso cui poter far conoscere il proprio talento artistico, espresso da opere che essi hanno creato, mai ascoltate e, pertanto, rimaste nascoste al grande pubblico, che meritano invece di essere conosciute. Fino a qualche decennio fa, i musicisti, per fare conoscere le proprie opere al grande pubblico, dopo una lunga gavetta nelle cantine e nei piccoli locali, avevano la possibilità di effettuare provini veri e propri nelle case discografiche, mentre ai giorni nostri, essendo cambiate le forme comunicative e commerciali, se sono fortunati riescono ad accedere ai “talent” televisivi, che costituiscono i palchi mediante i quali artisti , erroneamente, ambiscono ad acquistare visibilità e un probabile successo, molto spesso di breve durata. Il Movimento si propone di incentivare lo studio della musica e della filosofia musicale attraverso l’apprendimento di vari generi musicali, nonché promuovere lo studio delle origini della musica e del suo processo di evoluzione in continua espansione.
Il Covid-19 ha drammaticamente messo in luce come la categoria dei musicisti non sia riconosciuta dalle Istituzioni e dai media per quanto attiene al diritto di tutela giuridica ed economica e, per tale ragione, non sia rientrata tra quelle categorie tenute in considerazione per ricevere necessari aiuti. Ispiratore del Movimento è il cantautore Fabrizio Venturi, il quale si propone di dare voce alla categoria degli artisti del mondo musicale, non considerata dal Governo a cui, pertanto, chiede che venga erogato anche per essa un sostegno finanziario, necessario per affrontare l’attuale drammatica emergenza economica ed evitare la tragedia di cadere nell’indigenza da parte di coloro che lavorano nell’ambito del versante musicale. Tra gli ispiratori vi sono anche il presentatore Paky Arcella e il giornalista Biagio Maimone. Ne condividono le finalità Al Bano,Vittorio Sgarbi, Mario Lavezzi, l’Avvocato Mario Palazzi, Luigi Albertelli, Daiano e molti altri. I musicisti sono tanti: non tutti hanno la fortuna di ricevere compensi economici da capogiro e, pertanto, non tutti sono benestanti. Molti di essi vivono con i proventi derivanti unicamente dalle serate, dalle partecipazioni alle manifestazioni che si tengono nelle piazze, nelle varie feste, che ora, a causa del coronavirus, sono state proibite per ovvi motivi di sicurezza. Non si può negare che la musica rappresenti una tra le espressione più nobili dell’essere umano e che i musicisti colorano la nostra vita mediante i contenuti della propria creatività: indubbiamente essi rappresentano un patrimonio artistico per l’umanità e meritano la più ampia tutela. Si sa anche che la musica ha una funzione non solo ricreativa, ma anche terapeutica in quanto sconfigge il dolore e la solitudine, che, in questo momento particolare, sono così diffusi.
Ciò aiuta a essere più forti anche fisicamente e, quindi, a poter meglio debellare l’epidemia. “Da oggi , cari artisti, parte la campagna di sostegno a nostro favore, mediante la richiesta di soluzioni concrete al Governo” ha dichiarato Fabrizio Venturi, il quale ha aggiunto: “In che modo? Chiedendo sostegni economici da erogare alle varie strutture musicali, quali Accademie musicali, Centri di formazione artistica, scuole di musica che vengono poste, pertanto, in condizione di predisporre un percorso per i giovani artisti attraverso le varie fasi che lo connotano, ossia formazione, confronto con professionisti del Settore, show live, registrazioni, produzione, promozione: attività che, per il momento, si possono svolgere tranquillamente nelle proprie abitazioni, senza assembramento alcuno. In definitiva, si tratterà di offrire all’ambito della musica il sostegno economico necessario , che consentirà la possibilità concreta di dar corso ad un supporto professionale completo, necessario per lo sviluppo artistico e la preparazione ad affrontare una nuova realtà post pandemica. E’ importante osservare come molti importanti esponenti del mondo della musica stiano, man mano, aderendo al Movimento”.