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“L’Eroe riluttante”, di Michael Dobbs. Un thriller politico adrenalinico

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Fazi Editore propone, per la collana “Darkside”, dedicata al giallo di qualità, un nuovo romanzo di un maestro del thriller politico, Michael Dobbs, già autore di best seller internazionali come la trilogia “House of cards”, trasformata, da ultimo, nel 2013, in una fortunatissima serie televisiva con 14 nomination ai BAFTA di quell’anno (la prima mini serie tv della BBC risale agli anni ’90).

“L’Eroe riluttante” è nelle librerie dal 12 marzo scorso (394 pagg. 16 euro), ed ha come protagonista, ancora una volta, dopo “Il Giorno dei Lord” e “Attacco alla Cina”, Harry Jones, un politico inglese, già ex ufficiale delle  Special Air Force (le mitiche forze speciali britanniche), a proprio agio nelle stanze del potere così come nelle azioni militari di un tempo.

Racconto la sola cosa che conosco bene, la politica per come è e per come deve essere: spietata e crudele! Li sta la sua grandezza. M.D.”.

Un debito morale condurrà il protagonista del romanzo in una terra lontana (di fantasia), in “culo al mondo”, in Ta’argistan, un ex repubblica sovietica, ai confini con l’Afghanistan, dove sembra sia in pericolo di vita il suo vecchio amico e compagno d’arme statunitense Zac Kravitz, al quale deve il salvataggio della sua amatissima moglie Julia, deceduta nel frattempo.

L’occasione gli è data dall’imminente partenza verso il Ta’argistan di una delegazione di parlamentari britannici – a cui si aggregherà non senza ricorrere ad alcuni sotterfugi – con il compito di individuare alcuni progetti da finanziare per contribuire alla rinascita della giovane democrazia Ta’agiga.  Ad aiutarlo nella sua missione segreta troverà, inaspettatamente, una donna forte e determinata, componente della stessa delegazione, Martha Riley, un personaggio solido e ben costruito che dà spessore al racconto.

Ma in quale guaio si sarà cacciato Zac? e, soprattutto, dove cercarlo?

A confermare i suoi sospetti di dove potrebbe trovare l’amico, l’incontro con un gruppo di ribelli Ta’argi, capitanati dal giovanissimo Bektour: l’americano è rinchiuso nel “Castello”! la prigione di massima sicurezza della Capitale, e ben presto verrà ucciso, forse nelle prossime 48 ore. E’ così che Harry dovrà studiare un piano in tutta fretta per far evadere il suo amico Zac, consapevole del modesto contributo che potrà ricevere dal gruppo di ribelli di Bektour che combattono il dispotismo del Presidente Ta’argigo, Karabaev, e del suo fido Amir Beg, con l’unica arma a loro disposizione: la propaganda anti regime via etere. In pratica, un’impresa suicida, apparentemente impossibile, con a disposizione soltanto poche ore per mettere a punto il piano. E le cose non andranno per il verso giusto, almeno non in quello auspicato da Harry, il quale dovrà pagare un tributo altissimo.

E’ così che inizia un’avventura dal ritmo serrato e incalzante, adrenalinico, tra le strade fatiscenti di una città cupa, buia, tetra, sommersa da uno spesso strato di neve che con il suo candore sembra, tuttavia, volerle offrirle una possibilità di riscatto.  Una speranza per una nuova alba per un Paese non ancora libero.

Ma la posta in gioco non è soltanto, e più semplicemente, la vita di un uomo. Harry scoprirà presto di essere stato, insieme al suo amico Zac, una pedina di un gioco più grande, quello del potere tout court: il potere del denaro, tra macchinazioni politiche e interessi personali.

Il romanzo troverà il suo epilogo nelle strade di Londra, da dove tutto ebbe inizio.

Un romanzo dall’indubbia impronta “british”; cinico, solido, molto ben costruito, curatissimo nei dettagli, dove nulla è lasciato al caso, e, soprattutto, ricco emozioni.


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