Inizia con una sconfitta, ma la partita è appena iniziata. Il Tar di Latina lascia al suo posto l’associazione ultracattolica che si è insediata nella certosa di Trisulti per fondare una scuola di gladiatori sovranisti, la Dignitatis Humanae Institute (DHI). Il tribunale ha accolto il ricorso di Benjamin Harnwell, direttore del DHI, e rigettato l’intervento ad opponendum di 12 associazioni contrarie al progetto.
Avevamo concluso l’inchiesta “L’ordine naturale delle cose”, vincitrice dell’ultima edizione del Premio Roberto Morrione, con un finale aperto, sostenendo che l’iter di revoca avviato esattamente un anno fa dal ministero dei Beni culturali non avrebbe fermato l’ascesa degli ultracattolici guidati da Steve Bannon, fermamente opposti a qualsiasi forma di unione omosessuale e apertamente a favore delle leggi più stringenti sull’aborto.
Il DHI non ha mai avuto intenzione di fermarsi e lo dimostra il pagamento in extremis del canone arretrato d’affitto di 101mila euro, avvenuto l’11 maggio di quest’anno. Un pagamento che, a posteriori, sembra certificare la certezza di un imminente trionfo. E che ribadisce l’intenzione da parte del DHI di non rivelare i finanziatori della scuola all’infuori di Steve Bannon. Secondo Harnwell, chi finanzia l’Accademia per la Difesa dell’Occidente Giudaico-Cristiano sceglie di non metterci la faccia per paura di ritorsioni da parte dei seguaci del cosiddetto pensiero unico.
L’espansione dei diritti sessuali e riproduttivi dei cittadini, oltre che l’introduzione di leggi contro l’incitamento all’odio che comprendono l’omofobia, viene infatti percepita dai movimenti ultracattolici come una vera e propria persecuzione moderna a danno dei fedeli cristiani.
Dopo la sentenza del Tar il DHI canta vittoria e annuncia che le iscrizioni per i corsi online saranno aperte dal primo giugno, ma sa che la partita è appena iniziata: il ministero ricorrerà in Consiglio di stato perché le motivazioni per allontanare dalla Certosa i seguaci di Bannon sono tante e sono attestate dall’avvocatura di Stato. Tra le motivazioni salienti fatte emergere dal lungo lavoro di inchiesta svolto da giornalisti e società civile risulta che il DHI ha ottenuto la personalità giuridica — richiesta esplicitamente dal bando – soltanto dopo la partecipazione al bando stesso. Ma non solo: l’esperienza quinquennale nella gestione di un bene culturale asserita dal DHI nel proprio curriculum non sembrerebbe essere veritiera. Così come non sembra esserlo nemmeno la lettera di asseveramento finanziario, sconfessata dall’istituto bancario che ne sarebbe dovuto essere l’intestatario.
Tuttavia, il Tar di Latina ha respinto l’ordine di sfratto partito dal Mibact nell’ottobre dell’anno scorso. L’istanza ministeriale, sostiene il tribunale, è partita oltre il limite dei diciotto mesi dalla concessione della Certosa. Un ritardo eccessivo, un errore di forma che determina la vittoria in primo grado del DHI.
Il ministro Dario Franceschini non pare intenzionato a passare per colui che lascia un bene culturale dello Stato in mano ai sovranisti che si ispirano alla scuola di politica di Matteo Salvini. Anche perché l’affaire della Certosa ha avuto inizio proprio con Franceschini ministro, seppure durante il governo Gentiloni. Il DHI ha vinto il bando di assegnazione nel 2017 presentandosi come un’associazione dedita ai diritti umani e intenzionata a ripristinare la dignità umana declinata secondo i canoni cristiani più oltranzisti.
Nei mesi successivi all’assegnazione della Certosa, e con l’ingresso di Steve Bannon nel DHI stesso, sono cominciati a sorgere i primi dubbi. Il progetto di un’accademia dai forti connotati politici che, come affermato da Steve Bannon, si ispira alle scuole politiche fondate rispettivamente da Armando Siri e Marion Marechal – Le Pen non è stato pienamente digerito dal territorio, che lamenta tanto la privatizzazione quanto la politicizzazione di un luogo di culto.
Incurante dei tempi della burocrazia e dei singoli casi, la crociata per ristabilire l’ordine naturale delle cose, ovvero l’instaurazione di una società organizzata secondo i precetti del fondamentalismo cristiano, prosegue.