“Non ho mai provato odio o rancore. Non sono una persona perfetta, ma talvolta il dolore è così forte da non lasciare spazio all’odio. Ho deciso di tramutare il mio dolore in una molla per portare avanti dei valori e dei principi di integrazione e giustizia. La nostra Fondazione, dedicata ad Antonio, vuole essere un sostegno per tanti giovani e l’odio non ci appartiene”. In queste parole c’è tutta Luana Moresco, compagna di Antonio Megalizzi e promotrice della fondazione che oggi porta il suo nome.
Antonio, ricordato in un bel libro da Paolo Borrometi, presidente di Articolo 21, era un giovane europeista, un nostro collega, un sognatore per l’appunto, ma non uno di quei sognatori distaccati dalla realtà bensì un idealista concreto e con una precisa idea dell’Europa che avrebbe voluto vedere e nella quale avrebbe voluto vivere.
Antonio, purtroppo, non c’è più. Le sue idee, e non sembri un’affermazione retorica, camminano sulle nostre gambe.
Questa testimonianza di Luana ne è la dimostrazione.
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