Corte Suprema di Cassazione, davanti al Tribunale dei tribunali si è svolto oggi il flash mob dell’avvocatura contro la paradossale condizione che sta vivendo il sistema giudiziario.
A distanza di due settimane dalla proclamata ripresa dell’attività giudiziaria, la Giustizia è in completo stallo: udienze rinviate, ridotto accesso alle Cancellerie, che sarebbe pienamente giustificabile, se non fosse che è quasi impossibile riuscire ad ottenere un appuntamento per esercitare gli adempimenti del caso.
L’interlocuzione con la Magistratura si prospetta come un’utopia e nuovamente le distanze con l’avvocatura aumentano in termini di relazioni e collaborazione per il superiore fine dell’esercizio della Giustizia.
Di fronte a tutto ciò, l’avvocatura romana, e non solo, ha deciso di unirsi innalzando la propria voce nell’Inno d’Italia e consegnando i propri codici ai piedi della Suprema Corte, in segno di rispetto nei confronti del monumento del diritto, ma al tempo stesso quale segno di sdegno rispetto ad una professione che continua ad essere svilita e calpestata.
Il Ministro tace e rimane inerte, la Magistratura è impegnata a fronteggiare una crisi valoriale mai vissuta prima e l’avvocatura pare combattere contro i mulini a vento.
Ora è il momento di non mollare, ora è il momento di salvaguardare il ruolo costituzionale che questa professione merita, ora è il momento di chiedere a gran voce una reale ed effettiva riforma di tutto il sistema giudiziario.