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Giancarlo Mordini Teatro di Rifredi, Roberta Nicolai Teatri di Vetro: quali prospettive per il teatro nell’era del Covid-19?

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RUMOR(S)CENA -COVID19 – INTERVISTE – TEATRO – Prosegue l’indagine sul territorio nazionale a causa dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 con l’intento di dare voce alle realtà artistiche impedite a svolgere il proprio lavoro nei teatri e di conseguenza gli spettacoli cancellati, festival annullati, programmi destinati ad essere archiviati per sempre o rimandati a data da destinarsi. Rumor(s)cena si sposta ora a Firenze e a Roma per ascoltare chi sta subendo il divieto assoluto di rialzare il sipario. Nella prossima indagine toccherà a Trento e provincia con tre festival storici della Regione.

Giancarlo Mordini è il direttore artistico del Teatro di Rifredi. Qual è la situazione attuale e cosa state facendo per far ripartire l’Ente da questa grave crisi di settore a causa del COVID-19? Quando pensate di ricominciare a lavorare e quali sono i problemi da affrontare?

«Tra fine febbraio e i primi di marzo, al primo apparire della pandemia che ci avrebbe poi travolto, ci siamo subito preoccupati di ricollocare in nuove date (fra ottobre e dicembre 2020) alcuni spettacoli che stavano saltando. Ma, per quanto ci riguarda, i danni sono arrivati prima della formalizzazione della chiusura dei teatri. Il 26 febbraio, infatti stavamo per andare in scena con una nuova produzione de I Promessi Sposi interpretata da sette giovanissimi attori ed indirizzata, tra l’altro, ad un vasto pubblico di studenti, quando il Miur ha bloccato tutte le uscite didattiche e ci ha costretto all’annullamento dello spettacolo, perdendo 1.800 spettatori già prenotati. Abbiamo rimborsato quindicimila euro alle scuole ed abbiamo onorato i contratti con gli attori e i tecnici fino all’ultimo centesimo. Dopodiché abbiamo chiuso il teatro ma mantenendo la regolarità degli stipendi di tutto il personale fino al 9 marzo, quando abbiamo potuto avviare il FIS (Fondo di Integrazione salariale).

Questo per far capire anche ai non addetti ai lavori la dimensione del danno concreto di cui stiamo parlando e anche per spiegare la cautela della nostra attuale posizione. Essendo un’azienda sana e potendo contare su un po’ di liquidità, abbiamo fatto un atto di coraggio pagando direttamente le buste paga di marzo e aprile, senza quindi penalizzare i nostri collaboratori che altrimenti avrebbero dovuto aspettare dei mesi prima di ricevere i soldi dall’INPS. Però adesso, prima di prendere altre onerose decisioni, attendiamo disposizioni precise su quando e soprattutto in che condizioni potremo riaprire.

È fondamentale poter riaprire i teatri in sicurezza per gli artisti, per i nostri lavoratori e per il pubblico. Non sarà semplice ritrovare subito tutto il nostro pubblico ma sono anche fiducioso che ci riusciremo. Abbiamo costruito negli anni una comunità di spettatori che sono cresciuti con noi, che ci stimano, che condividono una linea artistica che non dà sicurezze ma che chiede di prendersi dei rischi, spettatori che hanno sempre gioito dei nostri successi (l’ultimo esempio è stato il riconoscimento del Premio Speciale Ubu 2019) e che in questi giorni bui ci stanno mandando costantemente messaggi di solidarietà dimostrandoci un grande affetto»… Continua su rumorscena


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