“se c’è una cosa che la pandemia ci sta insegnando, è che è meglio dire subito tutta la nuda verità, con trasparenza, e chiudere quel che c’è da chiudere per evitare i contagi. Se si vorrà preservare un’informazione di qualità e un nuovo ecosistema giornalistico sostenibile, purtroppo tra brevissimo tempo sarà necessario riconoscere che la carta è oggi la “zona rossa” del giornalismo”.
del giornalismo “non coerente” con il tempo e il mondo in cui viviamo.
“Il giornalismo non è neanche più primario dove dovrebbe esserlo, nelle imprese editoriali, nei grandi media, nei giornali, nei siti, nelle tv.
Allora su tutto questo sommovimento avvenuto e operante, sto avanzando da tre anni ovvie e naturali proposte, in diverse forme capaci di avere più giornalismo, dentro e fuori. Il giornalismo non può sopravvivere senza allargarsi, andando a responsabilizzare in rete chi fa informazione, i comunicatori, i non comunicatori, quelli che fanno i siti”.
Oltretutto, viene da sorridere, nel vedere come trattano la questione dentro le redazioni mainstream, usando a piene mani le dichiarazioni di tutti i politici e gli amministratori – primo fra tutti il nostro Presidente del Consiglio – diffuse via account social, nella fattispecie facebook, dai medesimi, Conte in testa.
Più che di giornalismo e di disintermediazione, servirebbe urgentemente coniare un terzo tipo di definizione plausibile per questo genere di pratica professionale, ben diversa dal giornalismo – comunque lo si voglia considerare – qualcuno ha qualche suggerimento o idea? Un tempo si parlava di “veline”, spacciate per notizie. Oggi come le definiremmo, perché come risulta evidente a molti, non siamo più dentro l’epoca dei comunicati stampa riciclati come notizie, senza nemmeno cambiare una virgola. Qui la notizia non esiste proprio. O meglio, nessuno si sforza di andarla a cercare, la notizia, dentro a queste propagandistiche dichiarazioni. E il ruolo del giornalismo non è certo questo. Non lo è mai stato, intendiamoci, ma adesso, confondendo la funzione giornalistica, con questo: non si capisce bene cosa, rischiamo di farlo estinguere del tutto: il nostro settore. Nessuno fa più nulla e tutti urlano contro tutti, mentre i buoi non solo sono usciti dalla stalla, ma l’hanno comprata, rasa al suolo, e trasformata in Spa, in cui sono tornati a vivere: prosperi e felici… Continua su lsdi