E’ scomparso Michel Piccoli, mostro sacro del cinema – attore, regista, produttore, sceneggiatore – nato a Parigi nel 1925 in una famiglia di musicisti, per metà francese e per metà italiana. Lui preferì la carriera di attore.
Dopo l’esordio a vent’anni in “Silenziosa minaccia” di Christian Jacques, Michel Piccoli ha lavorato in 233 film, più di due per ogni anno della vita, non pochi con registi che han fatto la storia del cinema. Basti ricordare Il disprezzo di Jean Luc Godard nel 1963. E’ stato uno degli interpeti amati da Luis Buňuel che, a cavallo tra gli anni 60 e ’70, l’ha voluto in opere immortali come Bella di giorno, Il fascino discreto della borghesia, Il fantasma della libertà. Nel 1969 ha interpretato Topaz di Alfred Hitchcock. E poi alcuni film di Claude Sautet.
Tra il 69 e il 76 ne ha girati ben sei con Marco Ferreri. L’hanno scelto Marco Bellocchio e Liliana Cavani. Nel 1980 ha ricevuto al festival di Cannes il premio per la migliore interpretazione maschile ne “Il salto nel vuoto” di Bellocchio. E arriviamo al 2011, dove è stato protagonista del profetico “Habemus Papam” di Nanni Moretti, per il quale l’anno successivo ha vinto il David di Donatello.
Ateo convinto, comunista fin dall’adolescenza, in giovinezza aveva legato con i grandi intellettuali della Rive Gauch: Jean Paul Sartre, Simone Signoret, la seconda moglie Juliette Gréco, alla quale è stato legato per undici anni. Anche in seguito politicamente impegnato, si era spesso scagliato contro il partito di estrema destra Front Nationale e aveva pubblicamente espresso il suo sostegno al partito socialista.
La notizia della sua morte è stata resa pubblica il 18 maggio, anche se avvenuta il 12, nella sua residenza di Saint Philbert sur Risle. In una nota trasmessa all’agenzia France Presse dall’amico Gille Jacob, ex presidente del festival di Cannes, si dice che si è spento tra le braccia della moglie Ludivine e dei figli Inord e Missia, a causa di un ictus cerebrale.