Il decreto legge Rilancio contiene l’ennesima disattenzione nei confronti dei liberi professionisti. A denunciarlo è l’Adepp, l’associazione delle Casse di previdenza.
“Da un lato il Governo ha rifinanziato gli indennizzi statali per i mesi di aprile e di maggio – dice il presidente Alberto Oliveti – dall’altro un codicillo, che speriamo sia frutto di un errore materiale, ha stabilito che chi ha preso i 600 euro a marzo, non potrà ottenerli nei mesi a venire. Confidiamo che si tratti di un errore materiale e a tal proposito abbiamo chiesto chiarimenti ai ministeri e un’eventuale correzione.”
All’origine del problema c’è un corto circuito tra due disposizioni del decreto legge Rilancio, dove un primo articolo (il numero 78) rifinanzia la misura di marzo anche per aprile e maggio mentre un altro articolo (il numero 86) rende l’indennizzo già erogato incompatibile con quello dei mesi successivi.
Lo scivolone sui 600 euro non è l’unico motivo di critica.
“Lamentiamo disattenzione anche sul fronte fiscale, visto che in nessun decreto si è trovato ancora il modo di chiarire come debbano essere trattati gli aiuti messi degli enti di previdenza dei professionisti – aggiunge Oliveti –. Trattandosi di interventi assistenziali analoghi, vorremmo che l’esenzione fiscale applicata ai 600 euro statali venga riconosciuta ai sussidi autonomi e aggiuntivi delle Casse. Nelle more proporremo interpello all’Agenzia delle Entrate.”
“Tutto questo mentre il decreto legge Rilancio ha persino escluso i professionisti iscritti alle Casse dai contributi a fondo perduto, anche questi esentasse, accordati ad imprese e altri autonomi con partita iva”, continua il presidente dell’Adepp.
“Siamo stanchi di ritrovarci sempre discriminato e per giunta tassati. È ora che il Governo corregga il tiro”, conclude Oliveti.
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