L’assemblea dei giornalisti dell’Ansa ritiene inaccettabile il piano prospettato dall’azienda per recuperare i mancati introiti derivati dall’emergenza sanitaria Covid-19.
Le misure avanzate comprometterebbero gravemente la capacità dell’ANSA di assicurare un notiziario qualitativamente e quantitativamente adeguato alle esigenze del Paese in un momento in cui il ruolo dell’informazione è quanto mai essenziale.
Un indebolimento, quello prospettato, che pare ancora più inconcepibile alla luce del riconoscimento della funzione che la politica tutta e le istituzioni hanno tributato all’Ansa in questa fase drammatica del Paese nella quale il lavoro della redazione è stato unanimemente ritenuto indispensabile nella lotta alle fake news.
Per l’ennesima volta inoltre l’azienda intende raggiungere il pareggio dei conti scaricando i costi sui redattori e ancor peggio sui collaboratori dell’agenzia pretendendo anche di raggiungere l’obiettivo entro il 2020.
Su queste basi, dunque, si ritiene impossibile qualsiasi confronto con l’azienda, confronto che sarebbe possibile solo sulla base di una reale prospettiva di rilancio.
La redazione negli ultimi 15 anni ha subito progressivi tagli di organico e sacrifici economici che hanno compromesso il futuro dell’agenzia, rendendo così palese che l’assetto proprietario, immaginato 75 anni fa per garantire al Paese una fonte di notizie imparziale e indipendente, è ormai del tutto inadeguato ai tempi.
I giornalisti dell’Ansa rivolgono un appello al Governo, al Parlamento e a tutte le forze democratiche, con cui proseguiremo un serrato confronto, perché facciano sentire la loro voce affinché si impediscano scelte che metterebbero a rischio uno dei principali pilastri del sistema informativo nazionale.
L’assemblea dei redattori dell’Ansa proclama lo stato di agitazione, uno sciopero di 48 ore a partire dalle 7 di venerdì 15 maggio e affida al Cdr un ulteriore pacchetto di 10 giorni di sciopero.