«L’Unione europea non può limitarsi a vigilare su quanto sta avvenendo in Ungheria, ma deve mettere in campo misure concrete per garantire la sopravvivenza dei diritti e delle libertà democratiche, a cominciare dalla libertà di stampa». Lo ha detto Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, nel corso di una videoconferenza con la Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj).
«Insieme con gli altri sindacati europei dei giornalisti – afferma Lorusso – la Fnsi sostiene la richiesta della Ifj alle massime istituzioni dell’Ue di intervenire immediatamente per impedire che il presidente ungherese Viktor Orban, già ispiratore di leggi liberticide nei confronti della stampa, avvii la resa dei conti finale con i giornalisti e con i media del suo Paese, colpendo, più di quanto non abbia già fatto negli ultimi anni, cronisti e organi di informazione non allineati».
La Federazione nazionale della Stampa italiana, conclude il segretario generale, «continuerà ad essere al fianco dei colleghi ungheresi nella loro lotta quotidiana volta a impedire che l’adozione di misure necessarie per contrastare la diffusione dell’epidemia da Covid-19 diventi il pretesto per instaurare un regime illiberale e autoritario».
In un editoriale pubblicato sul sito web di Articolo21, il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, lancia la mobilitazione. «Quello che è accaduto in Ungheria ci riguarda. Non possiamo girarci dell’altra parte. L’indignazione – scrive – non basta, spetta a ciascuno di noi difendere e tutelare la democrazia, la Costituzione e libera circolazione delle persone e delle opinioni. Chiediamo all’Unione Europea di sollecitare la rimozione di queste norme o di accompagnare alla porta Orban».
Proprio dall’Italia e dall’associazione Articolo 21 era partito l’appello a utilizzare il prossimo tre maggio, Giornata internazionale per la libertà di stampa, «per convocare un sit-in in davanti alle ambasciate ungheresi in Europa, ovviamente nel rispetto delle misure di contrasto del virus che saranno allora in vigore. Nel frattempo – conclude Giulietti – cercheremo di attivate tutte le forme di protesta possibili e attuabili, dentro e fuori la rete, affinché il “virus dell’intolleranza” sia isolato e sconfitto, prima di fare altre vittime».