Quanti sono i malati Covid-19 in terapia intensiva? Adesso sono scesi sotto i 1.800 da più di 3.000 dei periodi più bui. Per il futuro una “relazione riservata” del governo sulla “fase 2” anti Coronavirus descrive ipotesi spaventose.
Il Comitato tecnico-scientifico ha elaborato varie ipotesi tragiche. Quelle agghiaccianti sono in caso di una totale riapertura delle attività produttive e commerciali dopo il 4 maggio. “Corriere della Sera”, “Repubblica”, “Giorno”, “Ansa” hanno titolato allarmati: se riaprisse tutto «fino a 151 mila persone in terapia intensiva» entro l’8 giugno. “Messaggero” e “Sole 24 ore” hanno titolato sull’ipotesi ancora più drammatica: «Con lo sblocco 430 mila in rianimazione» entro dicembre.
Sono cifre catastrofiche. Gli interrogativi sono molti: come mai una “relazione riservata” del governo è finita nelle redazioni di tutti i giornali? Come mai dei 100 scenari diversi sulla pandemia a partire dal 4 maggio escono fuori solo le cifre drammatiche dell’esplosione delle terapie intensive? Perché gli articoli non parlano dei morti in gran parte anziani? Le porte sono aperte a un rebus terrificante. L’Italia ha patito quasi 28.000 morti con 3.000 malati giornalieri in terapia intensiva: se in rianimazione ci fossero 430.000 persone quante vittime dovremmo aspettarci?
C’è parecchia confusione. I lettori si interrogano su una specie di lugubre toto terapie intensive: meno di 1.800 reali, 151.000 e 430.000 ipotizzate. Decessi ipotizzati, se calcolati, non pervenuti. I giornali in crisi di vendite cercano notizie interessanti e fanno il loro mestiere. Ma la “relazione riservata” non sembra trovata da qualche bravo cronista: è in possesso di tutte le testate. Delle due l’una: o qualche scienziato l’ha girata ai giornali o la fonte è all’interno del governo. Giuseppe Conte quasi tutti i giorni parla al paese sulla pandemia e sui malati Covid-19 nelle televisioni o in interviste ai quotidiani. Su temi così delicati come questi gravissimi pericoli per la salute forse era opportuno un suo intervento.