Sì, c’è stata molta disinformazione dolosa sulla diffusione e la cura del Cv-19. Si è fatta strada quasi con la stessa velocità del virus, mentre migliaia di medici, infermieri, ricercatori rincorrevano la palla del contagio, sempre un metro più avanti di loro, col fiato corto in corpo, la speranza e la tenacia nella mente. Così dopo le prime settimane di battaglia tra scienza e bufale, tra cronaca e fake news è divenuto ineludibile un intervento istituzionale, chiesto anche dall’Organizzazione mondiale della sanità e dall’Unione Europea che hanno sollecitato la collaborazione delle maggiori piattaforme, da Facebook a Google, a Pinterest. L’Italia, uno dei Paesi più colpiti sia dal contagio che dalle fakenews, prende adesso una contromisura specifica e con decreto istituisce una squadra di lavoro formata da esperti in fact-checking e tecnici dei Ministeri della Salute e della Protezione civile. Del gruppo fanno parte Riccardo Luna, Francesco Piccinini, David Puente, Ruben Razzante, Luisa Verdoliva, Roberta Villa, Giovanni Zagni e Fabiana Zollo. E’ questa l’Unità di monitoraggio per il contrasto della diffusione di fake news relative al Covid-19 sul web e sui social network, un organismo snello che procederà “all’analisi delle modalità e delle fonti che generano e diffondono le fake news, al coinvolgimento di cittadini ed utenti social per rafforzare la rete di individuazione, al lavoro di sensibilizzazione attraverso campagne di comunicazione. Il tutto in stretta collaborazione con Agcom, Ministero della Salute, Protezione Civile ed avviando partnerships con i soggetti del web specializzati in fact-checking, i principali motori di ricerca e le piattaforme social”. Dunque un cordone di protezione dal raggiro dei cittadini per il tramite della disinformazione, molto simile a quello sanitario. La necessità di costituire il gruppo di lavoro voluto dal sottosegretario con delega all’Editoria, Andrea Martella, è, a suo modo, la prova evidente di quello che è accaduto mentre tutti, in apparenza, remavamo dalla stessa parte e cantavamo inni sui balconi. In quelle stesse ore in cui ci ripetevamo che tutto sarebbe andato bene, c’era un’insidia nelle informazioni immesse nella rete che, invece, spingeva perché tutto, o comunque molto, andasse male. L’Unità di monitoraggio consentirà di individuare le fake news e di rendere riconoscibili le bufale al grande pubblico, contribuendo ad una migliore informazione specifica oltre che ad attenuare le paure scatenate dalle bufale.
“”Era un passaggio doveroso, a fronte della massiccia, crescente diffusione di disinformazione e fake news relative all’emergenza COVID-19.- ha dichiarato il sottosegretario Martella all’Ansa – E’ un’iniziativa che nasce nel rispetto dei principi costituzionali e che sarà aperta al contributo di istituzioni e cittadini”