«La lotta alla disinformazione è una misura necessaria per proteggere la salute e la vita dei cittadini durante la pandemia ma alcuni governi la stanno usando come pretesto per introdurre restrizioni sproporzionate alla libertà di stampa». Lo denuncia Dunja Mijatovic, commissaria per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, che punta il dito contro le nuove leggi adottate in alcuni Stati membri, tra cui Ungheria e Russia, dove ora i giornalisti rischiano fino a 5 anni di prigione per la diffusione “di false informazioni”.
La commissaria domanda con forza a tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa «che si mantenga la libertà di stampa e di garantire che le misure per combattere la disinformazione siano necessarie, proporzionate, e sottoposte a controlli regolari da parte dei parlamenti e degli organi nazionali per la difesa dei diritti umani».
Le misure adottate per lottare contro la disinformazione, continua Mijatovic, non devono mai impedire ai giornalisti di fare il loro lavoro o a bloccare senza ragione la pubblicazione di informazioni su internet. «Tutti i Paesi che hanno introdotto restrizioni che non rispettano questi standard devono ritirarle immediatamente», conclude Mijatovic.