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Morti sul lavoro, ed estensione tutela infortunistica a malati di coronavirus

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Sono 91 i lavoratori morti dall’inizio dell’anno ad oggi.
Se ci aggiungiamo tutte le morti su strada ed in itinere,  nei numeri che mediamente si sono registrate negli anni precedenti, si potrebbe arrivare o aver superato i 200 morti sul lavoro, un bollettino di guerra.
Con il DL 18/2020 (Decreto Cura Italia), all’articolo 42, comma 2, e’ stato previsto che chi si ammala sul lavoro per coronavirus (Covid-19) e muore, sia riconosciuta come morte sul lavoro, con la relativa tutela Inail.
Il comma 2 dice:
“Nei casi accertati di infezione da coronavirus (SARS- CoV-2) in occasione di lavoro, il medico
certificatore redige il consueto certificato di infortunio e lo invia telematicamente all’INAIL che assicura, ai
sensi delle vigenti disposizioni, la relativa tutela dell’infortunato. Le prestazioni INAIL nei casi accertati di
infezioni da coronavirus in occasione di lavoro sono erogate anche per il periodo di quarantena o di
permanenza domiciliare fiduciaria dell’infortunato con la conseguente astensione dal lavoro. I predetti
eventi infortunistici gravano sulla gestione assicurativa e non sono computati ai fini della determinazione
dell’oscillazione del tasso medio per andamento infortunistico di cui agli articoli 19 e seguenti del Decreto
Interministeriale 27 febbraio 2019. La presente disposizione si applica ai datori di lavoro pubblici e privati”
Verranno riconosciuti come infortuni sul lavoro, anche chi si ammala sul lavoro di coronavirus (Covid-19) e a chi capita nel tragitto casa/lavoro e lavoro/casa (infortunio in itinere).
L’Inail, con un circolare interpretativa e con il relativo comunicato stampa, chiarisce quanto segue:
“Le infezioni da nuovo Coronavirus avvenute nell’ambiente di lavoro o a causa dello svolgimento dell’attività lavorativa sono tutelate a tutti gli effetti come infortuni sul lavoro. A precisarlo è la circolare n. 13 del 3 aprile, con cui l’Istituto fornisce indicazioni in merito alle tutele garantite ai propri assicurati.
Tutti i casi accertati di infezione sul lavoro – spiega il presidente dell’Inail, Franco Bettoni – faranno scattare la piena tutela dell’Istituto, come per gli altri infortuni o malattie, già a partire dal periodo di quarantena. Ci siamo già attivati, inoltre, per codificare il Covid-19 come nuova malattia-infortunio, per una corretta rilevazione dei casi a fini statistico-epidemiologici”.
Non e’ possibile, in questo momento, quantificare una cifra precisa di quanti lavoratori sono morti per coronavirus e  quanti di questi lavoratori saranno riconosciuti come morti sul lavoro.
Quindi, per adesso, non indichero’ nessun dato in merito.
Va ricordato inoltre, che queste sono persone e non numeri.
Ricordiamocelo sempre tutti quando ne parliamo.
Inoltre, va considerato, che ci sono tanti lavoratori che non sono assicurati con l’Inail, senza le relative tutele se si infortunano, restano invalidi o muoiono sul lavoro, tra questi, carabinieri, poliziotti, vigili del fuoco, volontari della protezione civile, personale di volo, sportivi e giornalisti.
Marco Bazzoni-Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze

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