Non si tratta ancora di un’emergenza, ma qualche preoccupazione per il clima che si sta creando verso i giornalisti c’è anche nella vicina Slovenia.
Nella Repubblica, che nelle scorse settimane ha vissuto un cambio al vertice del governo e sta affrontando come gli altri Paesi europei l’emergenza sanitaria, si sono verificati alcuni casi di minacce ai giornalisti, e l’Associazione slovena di categoria ha condannato degli attacchi alle squadre della RTV Slovenija, radio e tv di Stato.
Una squadra della RTV Slovenija (RTV SLO) è stata aggredita verbalmente dal capo dell’amministrazione comunale di Velenje, Iztok Mori, mentre a Lubiana alcuni giornalisti sono stati attaccati da un ignoto aggressore che ha anche tagliato le gomme di un mezzo aziendale. Un terzo episodio ha coinvolto una squadra di giornalisti della trasmissione “Dobro jutro” del centro regionale di Maribor, molestata durante un’intervista in una strada della città.
Si tratta di episodi che per la polizia locale rientrano in un generale aumento dell’aggressività registrato in tutto il Paese, ma per l’Associazione slovena dei giornalisti e i responsabili della RTV SLO si tratta di episodi inaccettabili, come confermato anche dal difensore civico per i diritti umani Peter Svetina.
L’Associazione ha diffuso una serie di regole di comportamento per i giornalisti bersaglio di minacce, attacchi o molestie online e ha invitato tutti i colleghi a denunciare ogni minaccia e gli editori a fornire ai giornalisti appoggio e tutela.
Gli attacchi sono stati condannati anche dal nuovo Primo Ministro Janez Janša: «Condanniamo qualsiasi forma di violenza di strada contro i giornalisti o chiunque altro, nonché qualsiasi istigazione a tali atti», ha twittato Janša, che però non ha un rapporto facile con la stampa.
A pochi giorni dalla sua nomina, Janša aveva infatti criticato un servizio della RTV SLO sulle nuove retribuzioni fissate per ministri e sottosegretari. «Vi paghiamo per informare e non per diffondere bugie» aveva detto rivolto ai giornalisti della TV di Stato. «Evidentemente siete in troppi e troppo ben retribuiti».
Parole che hanno generato l’immediata replica dell’Associazione di categoria, che ha sottolineato come il compito dei giornalisti non sia quello di raccontare le cose che piacciono al governo, e del direttore della RTV Slovenija, Igor Kadunc: «Nessuno — ha dichiarato — ha il diritto di dirci quello che dobbiamo dire e quello che dobbiamo pubblicare».