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Massimiliano Campanile: “Lo Stato condivida con noi le perdite cancellando le tasse per il periodo di chiusura”

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Incontriamo Massimiliano Campanile, imprenditore napoletano, tra i migliori hair stylist italiani e titolare in Campania di un marchio internazionale.

Campanile quale aria tira a Napoli?
Quella dell’attesa, dove tutti sono fermi a riflettere su come sarà il nostro futuro.

Secondo lei come sarà?
Pieno di punti interrogativi. Per il momento non c’è certezza di nulla. Ma del resto si tratta di un aspetto comune per tutto il Paese.

Come imprenditore qual è il suo punto di vista?
Sono preoccupato perché comprendo che la strada per uscire da questa situazione è lunga e in salita, piena di difficoltà. In queste ore, poi, ho la sensazione che stiamo compiendo il classico passo del gambero. E’ bastato ascoltare in tv qualche messaggio un tantino più rassicurante per vedere in strada, senza alcuna giustificazione, tanta gente. Tutto questo rischia di vanificare tutti i sacrifici sin qui compiuti.

Decreto “Cura Italia”, quali prospettive può aprire?
Per il momento nessuna. Alle buone intenzioni, alle parole non sono seguiti, per il momento, fatti concreti.

Perché? Qual è la sua posizione in merito?
Nel senso che i provvedimenti adottati dal governo prevedono solamente uno spostamento delle scadenze di tutti gli adempimenti fiscali. Questo non va bene, non è giusto ed è anche molto pericoloso.

Come mai?
Non parlo solamente per me, ma sento di farlo a nome della categoria, dei colleghi imprenditori. Non possiamo pagare le tasse anche per i mesi in cui siamo rimasti e rimarremo chiusi. Va bene aver perso gli incassi, lo consideriamo come uno di quei rischi d’impresa. Però dover pagare tasse anche per questo periodo proprio no.

Cosa chiede al governo, erogazione di denaro?
Nulla di tutto questo, nessun assistenzialismo. Semplicemente una condivisione delle perdite. Noi abbiamo perso gli incassi, lo Stato perde l’introito delle tasse per questo periodo di chiusura forzata.  Se non si prenderà atto di questo, le imprese più piccole delle mie saranno destinate all’immediato fallimento. Una delle dimensioni come la mia dovrà, purtroppo, prendere in considerazione il ridimensionamento e il licenziamento di una parte del personale. In 35 anni di carriera non l’ho mai fatto e non vorrei iniziare a farlo adesso.


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