Poco più di un mese fa chiudevamo il ciclo di incontri su cambiamenti climatici e inquinamento nelle scuole medie e superiori di Termini Imerese. Eravamo inebriati dall’entusiasmo mostrato dagli studenti quando gli abbiamo svelato il grave inquinamento di un tratto di costa della città imerese. Glielo abbiamo raccontato usando l’inchiesta “Fiumi di percolato” che io e Vincenzo Pizzuto abbiamo realizzato grazie al Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo con il supporto della tutor Chiara Cazzaniga. Dal lavoro è emerso un quadro preoccupante: un tratto di costa è altamente inquinato. Valori di mercurio e arsenico dieci volte i limiti massimi stabiliti dalla legge. Un ex operaio che ha deciso di raccontare ciò che sarebbe successo dentro una fabbrica. Alto tasso di tumori nel territorio. Per l’Arpa tutto è nella norma, nel frattempo, aumentano le denunce della politica, titolari di aziende e residenti della zona.
Il progetto #savetheseaterminiimerese è stato abbracciato in questi mesi da tante persone e associazioni. Ma ancora pochissimi studenti conoscevano questa brutta e allarmante realtà. Un fenomeno che deve essere fermato immediatamente e per riuscirci sapevamo che dovevamo coinvolgere tutta la cittadinanza, proprio a partire dalle scuole.
Da poco più di due mesi ci sono stati importanti evoluzioni sul caso. Lo scorso 10 gennaio un cittadino termitano, Giuseppe Purpi, presidente dell’associazione l’Arca, ha ripreso con il suo cellulare un preoccupante sversamento a mare di liquido molto strano per colore e odore. Giuseppe ha visto la nostra inchiesta e ha deciso di approfondire meglio la situazione preoccupato dal fatto che le istituzioni non hanno preso sul serio il problema. Facendo un giro nella zona interessata ha notato un tubo di fognatura nascosto tra gli arbusti da dove usciva acqua di colore giallastro con odore nauseabondo e il mare era tutto ricoperto di schiuma e tendente al marrone/nero. Così ha chiamato la capitaneria e denunciato lo sversamento, preoccupato dal fatto che tutto questo potesse finire nella catena alimentare.
Subito è stata allertata la Capitaneria di Porto di Termini Imerese per presentare una denuncia formale insieme al Circolo L’Aquilone Legambiente di Termini. I militari hanno prelevato dei campioni di liquido e sono stati inviati all’Arpa. Anche nei giorni successivi sono stati effettuati altri prelievi da parte della Capitaneria e consegnati all’Arpa. Adesso è passato tutto alla Procura di Termini Imerese.
Anche Giuseppe Di Maio, presidente comitato Mare Nostrum, è con noi durante gli incontri con gli studenti. Siamo tutti convinti che un cambio di marcia, una rivoluzione culturale e sociale della nostra città, della nostra terra, non può non partire e rivolgersi innanzitutto ai nostri ragazzi, il vero nostro futuro. Cittadini di oggi ma sopratutto di domani, che possono, se sensibilizzati, se aiutati, se resi partecipi, ribaltare il modo di essere, di pensare e di agire di una città abbandonata a se stessa.
Nelle scorse settimane, insieme all’associazione ambientalista l’Arca, il Circolo L’Aquilone Legambiente Termini Imerese, il Comitato Mare Nostrum e TeleTermini avremmo dato vita ad una grande manifestazione contro l’inquinamento del tratto di costa della zona industriale termitana. Evento solo rinviato. Appena potremo tornare a muoverci scenderemo in piazza per difendere la bellezza e la salute della nostra terra.