«Perdita di posti di lavoro e riduzioni dei redditi sono già iniziate», scrivono Maja Sever e Hrvoje Zovko, presidenti del Sindacato dei giornalisti croati e dell’Associazione croata dei giornalisti. La Efj al fianco dei colleghi.
Il Sindacato dei giornalisti croati (Tucj) e l’Associazione croata dei giornalisti (Cja) sollecitano in una lettera il governo a «salvare il giornalismo» adottando misure di sostegno per il settore dei media. «Se non si fa nulla si verificheranno licenziamenti di massa e i media si spegneranno», ammoniscono. Un appello fatto proprio anche dalla Federazione europea dei giornalisti, che «si unisce ai suoi affiliati nel richiedere con urgenza l’adozione di un piano per i media, dal momento che il governo non ha incluso il settore nei provvedimenti varati per aiutare le attività economiche colpite dalla pandemia e dal terremoto», si legge sul sito web della Efj.
«La perdita di posti di lavoro e le riduzioni dei redditi sono già iniziate. E questo potrebbe portare a una diminuzione dell’informazione professionale. Purtroppo, anche il terzo “pacchetto” di misure governative non ha riguardato giornalisti e media; il giornalismo viene completamente ignorato», scrivono Maja Sever e Hrvoje Zovko, presidenti di Tucj e Cja.
«Diversi governi europei stanno adottando misure di soccorso per sostenere il settore dell’informazione. Ma la maggior parte non ha ancora offerto assistenza specifica ai media. E alcuni Paesi, come la Croazia, hanno persino deliberatamente rifiutato di farlo, cosa che condanno con fermezza», ha dichiarato lo scorso 8 aprile il segretario generale della Efj, Ricardo Gutiérrez .
Al fine di diffondere la consapevolezza dell’importanza del giornalismo, Tucj e Cja hanno lanciato una campagna sui social network in cui vengono mostrate le foto dei lavoratori dei media al lavoro durante la pandemia di Covid-19. “I giornalisti sono le nostre orecchie e i nostri occhi mentre i cittadini sono tenuti a rimanere a casa”, è il loro messaggio.