Il nostro è un lavoro di supporto alle redazioni e a tutti i giornalisti che si stanno occupando di coronavirus, colleghi validissimi che già svolgono tutte le verifiche ma ai quali in questo momento vogliamo assicurare una base solida, scientifica, col fine di evitare errori e garantire un’informazione tecnica corretta e puntuale. In un momento così delicato ciò è più necessario che mai”. Così Antonio Di Bella spiega quali saranno i compiti e gli obiettivi della squadra che offrirà sostegno tecnico a tutti i programmi, reti e tg per il flusso informativo sul coronavirus.
Le bufale sulla malattia, sulla sua diffusione e le cure sono lì, a portata di mano dentro la rete impazzita, perniciose quanto il virus stesso. E possono, potrebbero, avvelenare, purtroppo, anche la comunicazione. Così, la prima a correre ai ripari è stata la Rai che ha istituito una squadra anti fake news scientifiche. Decisione assunta dall’amministratore delegato Fabrizio Salini e che in queste ore sta prendendo forma in concreto.
“Stiamo istituendo una newsletter che verrà inviata a tutti i direttori e ai responsabili di contenitori scientifici e che è curata da Gerardo D’Amico, un collega che già si occupa di questi argomenti per RaiNews 24. – spiega Di Bella – Verranno inviati degli alert, cioè degli avvisi per mettere in guardia i colleghi su possibili bufale di carattere medico. Per esempio su farmaci miracolosi o ricette mediche. Questi avvisi sono formulati su base medica con contenuto scientifico e realizzati con la collaborazione di scienziati, docenti ricercatori che si sono resi disponibili a collaborare. Questa iniziativa non sostituisce il lavoro di verifica tecnica che c’è già e che tantissimi colleghi e tutte le redazioni già svolgono, piuttosto vuole essere una condivisione di saperi per mettere tutti nella condizione di produrre un’informazione puntuale e supportata da solide basi scientifiche in un momento particolarmente delicato qual è quello attuale”
Immaginava che si arrivasse a tanto, ossia alla necessità di dover affrontare un’ondata di bufale sul dramma del coronavirus?
“Negli Stati Uniti, un Paese che conosco molto bene per esserci stato a lungo, ogni testata si avvale di un medico che si occupa di questi problemi. E altresì da noi ci sono validissimi colleghi che già applicano lo stesso metodo. Il nostro punto di riferimento è Piero Angela. Io dico che questa iniziativa è doverosa in quanto la divulgazione scientifica ha bisogno di supporto tecnico. Si tratta di avere più strumenti certificati a disposizione per contrastare l’ondata di informazioni infondate”.
Ci sono già i primi risultati?
“E’ un lavoro lungo. Adesso si tratta di mettere in circolo strumenti da usare per evitare possibili errori. E’ un lavoro di cui si vedranno i frutti a medio termine. Intanto la puntata di Tutta Salute su Rai Tre della prossima settimana sarà dedicata appunto alle fake news sul coronavirus e a questo progetto di supporto scientifico all’informazione. Crediamo che sia importante chiarire ai telespettatori e a tutti i fruitori dell’informazione quanto si sta facendo per evitare la diffusione di bufale in una fase storica come quella che stiamo vivendo”.