Settantacinque anni fa, in questo giorno, l’Italia conquistava la sua libertà. Grazie alla lotta di liberazione, alla Resistenza, al contributo determinante delle forze Alleate, il nazifascismo veniva definitivamente battuto. Mai avremmo pensato di celebrare oggi questa importantissima ricorrenza in una dimensione di distanziamento. Eppure, per quanto sia un momento difficile per il Paese, dobbiamo ugualmente vivere questo 25 aprile con una partecipazione ed una tensione emotiva, se possibile, ancora più forte. Lo faremo attraverso le istituzioni e l’Anpi, affacciati dai balconi, intonando Bella Ciao, sventolando le bandiere o dando una testimonianza attraverso le nuove tecnologie e i social media. È una data che non è mai rito ma che testimonia sempre una autentica passione civica. È la data da cui ha origine la nostra democrazia. Da quello spirito di riscatto si è materializzata la nostra Costituzione. Quella Costituzione che non ci ha mai fatto mancare l’aria, per usare la metafora di Piero Calamandrei. La Costituzione dell’articolo 1, dell’articolo 32, a difesa della sanità pubblica, bene preziosissimo. Ma penso anche al valore dell’articolo 21, a garanzia della libera informazione e del pluralismo che distingue e caratterizza la nostra democrazia. Una Costituzione viva e sempre attuale. Ecco perché pesa tanto non essere in piazza, anche se è una decisione assunta a tutela della salute collettiva. Pesa il non potersi incontrare per condividere questa ricorrenza. Ma, al tempo stesso, possiamo stringerci. Riconoscendoci ed identificandoci in quel movimento fatto di uomini e donne, di studenti e lavoratori, ed in quei valori che li spinsero a lottare. Il 25 aprile rimane anche oggi, in questo tempo di separazione, un collante forte. Perché è espressione di quel sentimento potente che ha forgiato la generazione del “mai più guerre” e del sogno europeo di Altiero Spinelli.
Un sogno che dobbiamo tenere alto per non far riemergere pericolosi egoismi.
Questo è il 25 aprile 2020. Ricordare per non dimenticare, soprattutto oggi, perché non c’è futuro senza memoria. Viva il 25 aprile.