Ci sono novità antropologiche in Italia. Una “coesione sanitaria” sta lentamente sopravanzando l’individualismo endemico della maggioranza della popolazione. Non solo, si sta sviluppando un senso di responsabilità personale nei confronti della collettività, che sembra poter persino erodere il mito arcitaliano del “furbo”. Cioè colui che non rispetta le regole, per infantilismo cronico o per avvantaggiarsi a danno degli altri. Per la prima volta non è più ammirato, ma pubblicamente criticato.
Se i pesanti sacrifici sociali ed economici servissero a ridimensionare la tara nazionale del primato dell’individualismo, tutto questo scombussolamento acquisterebbe un valore immenso per la qualità della convivenza. Anche un’esperienza virale così traumatica ci potrebbe lasciare un dono epocale: farci finalmente capire che il vantaggio di tutti si fonda sull’adempimento del dovere di ognuno; che chi rispetta le regole non è uno stupido, ma un generoso. Un cambio di mentalità – questo – che potrebbe farci uscire dalla lunga epidemia della furbizia. Una guarigione che aspettiamo da sempre.
Iscriviti alla Newsletter di Articolo21