Un grido di aiuto che non potevamo non raccogliere e rilanciare. I giornalisti turchi, che continuano a subire intimidazioni perché provano a fare il proprio mestiere liberamente, hanno lanciato una campagna sui social per denunciare le repressioni nei confronti della stampa in Turchia.
Dopo i recenti arresti, un gruppo di colleghi a Istanbul e Ankara ha promosso un’iniziativa per sostenere dozzine di operatori dell’informazione finiti in carcere nelle ultime settimane. “Haberin Var mi?” / “Have you heard?” / “Hai sentito?” gli hashtag utilizzati per la campagna.
Nelle stesse ore Articolo 21 insieme ad altre organizzazioni internazionali per la libertà di informazione, tra cui Osservatorio Balcani, Rsf, Ipi e molte altre, ha sottoscritto una lettera aperta per chiedere alla Bik (Basın İlan Kurum), l’agenzia statale turca che cura la distribuzione delle inserzioni pubbliche, di revocare il divieto imposto al quotidiano indipendente Evrensel ad accedere alla raccolta della pubblicità istituzionale. Se la misura punitiva non venisse sospesa la testata sarebbe costretta alla chiusura.
Di solito il divieto rimane in vigore sei mesi, ma nel caso di Eversel il rischio è che rimanga fuori dal sistema pubblicitario pubblico per altri tre anni.
”Una tale decisione avrebbe un impatto devastante sulle finanze del giornale – si legge nella lettera aperta firmata da 24 organizzazioni – minacciandone la chiusura e indebolendo la diversità e il pluralismo del mercato dei giornali turchi. A febbraio, dopo un incontro con una nostra rappresentanza, l’agenzia aveva assicurato che il divieto sarebbe stato revocato non appena Evrensel avesse apportato le modifiche necessarie al proprio sistema di distribuzione per non infrangere le regole di acquisto all’ingrosso. Da allora il giornale ha apportato le modifiche richieste, ma per tre volte i ricorsi per la rimozione del divieto sono stati respinti”.
Le organizzazioni sottolineano nella lettera come alla BIK fosse stato assegnato un ruolo democratico cruciale quando era stata istituita nel 1961 per fornire supporto al settore dei giornali del paese, attraverso la distribuzione uniforme dei fondi pubblicitari pubblici. Il sistema è diventato essenziale per la sopravvivenza di molti giornali poiché le pressioni economiche sull’industria della stampa sono cresciute negli ultimi dieci anni.
Il ruolo di BIK è quindi fondamentale per garantire la diversità e la pluralità del settore dell’informazione in Turchia, a prescindere dalla linea editoriale di un giornale.
Evrensel è noto per le sue inchieste indipendenti e negli ultimi anni è stato per questo oggetto di ripetute molestie giudiziarie.
“Oltre al divieto indefinito all’accesso alle inserzioni pubblicitarie pubbliche – insistono le organizzazioni- da settembre BIK ha imposto altri tre divieti al quotidiano Evrensel per presunte “violazioni dell’etica della stampa”. Ciò contraddice quanto ci era stato rassicurato. Invitiamo pertanto a mantenere la promessa e ad assicurare la pronta revoca del divieto che penalizza Evrensel prima della scadenza del termine di sei mesi. Cogliamo anche l’occasione per sollecitare BIK a iniziare a pubblicare relazioni annuali sulla distribuzione dei suoi fondi, che ammontano a 450 milioni di lire turche, e sulle diverse misure disciplinari adottate contro i giornali. Fornire trasparenza sull’uso dei finanziamenti pubblici da parte di BIK consentirebbe al pubblico di verificare che il suo denaro sia usato correttamente ed è coerente con i principi di supporto di un ambiente mediatico pluralistico e democratico”.
Le misure punitive ai danni di Evrensel suggeriscono che la BIK sia solo il mezzo per punire un giornale libero, vessato per il suo modo di fare giornalismo indipendente.
Con questa lettera aperta si tenta di mettere a nudo le intenzioni del governo del presidente Recep Tayyip Erdogan.
L’appello è sottoscritto da:
Article 19
Articolo 21
Association of European Journalists (AEJ)
Cartoonists Rights Network International (CRNI)
Civic Space Studies Association – Turkey / Sivil Alan Araştırmaları Derneği
Committee to Protect Journalists (CPJ)
Danish PEN
English PEN
European Centre for Press and Media Freedom (ECPMF)
European Federation of Journalists (EFJ)
German PEN
Human Rights Watch (HRW)
International Federation of Journalists (IFJ)
International Press Institute (IPI)
Journalists Union of Turkey
Norwegian PEN
Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa (OBCT)
PEN America
PEN International
P24
Reporters Without Borders (RSF)
South East Europe Media Organisation (SEEMO)
Swedish PEN
World Association of News Publishers (WAN-IFRA)