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Turchia, 27 organizzazioni internazionali chiedono il rilascio urgente di giornalisti e difensori dei diritti umani a rischio di Covid-19

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Articolo 21, insieme ad altre 26 organizzazioni internazionali per la libertà di espressione e dei dritti umani, ha firmato una dichiarazione congiunta con un invito destinato al governo turco affinché il provvedimento di rilascio per alcuni detenuti, che arriverà nelle prossime ore in parlamento, comprenda anche giornalisti, attivisti e altri prigionieri per reati d’opinione o politici che ad oggi non sono tra i destinatari delle misure di clemenza stabilite per far fronte all’emergenza del Covid-19.
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Tra le crescenti preoccupazioni per la diffusione di Covid-19 nelle carceri, il governo turco sta accelerando la preparazione di un progetto di legge che, secondo quanto riferito, rilascerà fino a 100.000 prigionieri. Questa è una notizia positiva. Il sovraffollamento e le strutture fatiscenti rappresentano già una grave minaccia per la salute della popolazione carceraria turca, circa 300.000 prigionieri, e decine di migliaia di agenti penitenziari. Questa situazione non può che aggravarsi con la pandemia di coronavirus.
Siamo preoccupati che giornalisti, difensori dei diritti umani e altre persone arrestate per aver semplicemente esercitato i loro diritti, che dovrebbero essere rilasciati, rimarranno dietro in carcere perché non inseriti tra coloro che accederanno al pacchetto di misure attualmente predisposto dal governo.
Le organizzazioni sottoscritte chiedono alle autorità turche di rilasciare immediatamente e incondizionatamente giornalisti, difensori dei diritti umani e altri detenuti per motivi politici e che siano riesaminati i casi di tutti i prigionieri in detenzione preventiva al fine di rilasciarli.
Secondo la legge e gli standard internazionali sui diritti umani, esiste una presunzione di innocenza e il rilascio in attesa di processo, come in conformità con la presunzione di innocenza e diritto alla libertà. La detenzione preventiva dovrebbe essere utilizzata solo come misura eccezionale e invece viene applicata di routine e con intenti punitivi in Turchia.
Il governo dovrebbe anche considerare seriamente di rilasciare prigionieri particolarmente vulnerabili al Covid-19, come i detenuti più anziani e quelli in  gravi condizioni mediche.
Le autorità dovrebbero inoltre garantire che tutti i detenuti abbiano rapido accesso alle cure mediche e all’assistenza sanitaria secondo gli standard della comunità internazionale, anche quando si tratta di test, prevenzione e trattamento di COVID-19.
Il personale penitenziario e gli operatori sanitari dovrebbero avere accesso a informazioni, attrezzature e supporti adeguati per proteggersi.
In base all’attuale legge sull’esecuzione delle sentenze e le misure di sicurezza, i detenuti possono beneficiare della libertà condizionale dopo aver scontato i due terzi della pena. Secondo quanto riferito, il disegno di legge che dovrebbe essere approvato in parlamento entro pochi giorni prevede che i detenuti con i requisiti  per accedere alla libertà vigilata abbiano scontato metà della pena. In base alla nuova legge, le donne incinte e le detenute di età superiore ai 60 anni con problemi di salute documentati saranno saranno destinate agli arresti domiciliari.

Le persone condannate per un numero limitato di reati, anche per accuse di terrorismo, non potranno beneficiare di pene ridotte. Il disegno di legge non si applica alle persone detenute in custodia cautelare o la cui condanna è stata impugnata. La misura che il governo si appresta a introdurre è il terzo pacchetto di riforme nell’ambito della riforma giudiziaria avviata la scorsa estate.

In Turchia, la legislazione antiterrorismo è vaga e ampiamente abusata per casi inventati contro giornalisti, attivisti politici dell’opposizione, avvocati, difensori dei diritti umani e tutti coloro che esprimono opinioni dissenzienti. Come abbiamo documentato nei tanti processi che abbiamo monitorato, molti detenuti sono stati sottoposti a una lunga detenzione preventiva e molti sono stati  condannati per crimini legati al terrorismo semplicemente per aver espresso opinioni dissenzienti, senza prove che abbiano mai incitato o fatto ricorso alla violenza, o partecipato a organizzazioni illegali.
Come nei casi del giornalista e romanziere di fama internazionale Ahmet Altan, del politico curdo Selahattin Demirtaş e dell’imprenditore e filantropo  Osman Kavala, oltre a molti altri accademici, difensori dei diritti e giornalisti. Demirtaş in carcere ha già  avuto problemi di salute legati al cuore e sia Altan che Kavala hanno più di 60 anni, il che significa che potrebbero essere ad aumentato a rischio di Covid-19.
Queste persone non dovrebbero essere detenute, escluderle dal provvedimento di rilascio sarebbe solo l’ennesima violazione dei loro diritti.
I firmatario di questo documento invitano il governo e il Parlamento a rispettare il principio di non discriminazione nelle misure adottate per ridurre il grave rischio per la salute nelle carceri.
L’obiettivo del disegno di legge, così come sembra sia pronto a essere approvato, è di escludere alcuni prigionieri sulla base delle loro opinioni politiche. Migliaia di persone sono dietro le sbarre per aver semplicemente esercitato i loro diritti alla libertà di espressione e all’assemblea pacifica. Ora devono anche affrontare un rischio senza precedenti per la loro salute. In base agli impegni assunti ai sensi del diritto internazionale in materia di diritti umani, la Turchia ha il chiaro obbligo di adottare le misure necessarie per garantire il diritto alla salute di tutti i detenuti senza discriminazioni. Invitiamo pertanto le autorità turche a sfruttare questa opportunità per liberare immediatamente le persone imprigionate ingiustamente, coloro che non sono stati condannati per alcun reato e oloro che sono particolarmente a rischio in carcere a causa della malattia in rapida espansione in strutture sovraffollate e in condizioni sanitarie in cui la salute dei detenuti non può essere garantita.

Organizzazioni firmatarie
ARTICLE 19

Punto24, Platform for Independent Journalism

Amnesty International

ARTICOLO 21

Association of European Journalists (AEJ_

Cartoonists’ Rights Network International (CRNI)

Committee to Protect Journalists (CPJ)

Danish PEN

English PEN

European Centre for Press and Media Freedom (ECPMF)

European Federation of Journalists (EFJ)

Freedom House

Frontline Defenders

German PEN

Index on Censorship

Initiative for Free Expression – Turkey (IFoX)

International Press Institute (IPI)

IPS Communication Foundation/bianet

IFEX – the Global Network Defending and Promoting Free Expression

Norwegian PEN

Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa (OBCT)

PEN Canada

Reporters Without Borders (RSF)

South East Europe Media Organisation (SEEMO)

Swedish PEN

Turkey Human Rights Litigation Support Project (TSLP)

Wan-Ifra/World Association of News Publishers


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