Per i rappresentanti dei giornalisti, la nota con cui l’assessore regionale alla Sanità ribadisce ad aziende sanitarie e presidi ospedalieri che “qualunque attività comunicativa di codeste aziende deve essere autorizzate da questa Regione” è «un tentativo di limitare la libera manifestazione del pensiero».
Nessun bavaglio all’informazione sul Coronavirus né alla libera consultazione delle fonti. Così l’Ordine dei giornalisti della Sardegna e l’Associazione della stampa sarda intervengono sulla nota riguardane l’attività di comunicazione istituzionale verso la popolazione indirizzata dall’assessore regionale della Sanità alle Direzioni generali delle Aziende sanitarie, ai direttori dei presidi ospedalieri e al direttori dei reparti di malattie infettive nella quale “si chiede di avviare senza indugio opportuni provvedimenti disciplinari verso chiunque non si attiene strettamente a tale disposizione, ribadendo che qualunque attività comunicativa di codeste aziende deve essere autorizzate da questa Regione”.
Ordine dei giornalisti della Sardegna e Associazione della stampa sarda ritengono il provvedimento «un tentativo di limitare la libera manifestazione del proprio pensiero. L’articolo 21 della Costituzione non può essere messo in discussione da nessuno, tanto meno in momenti delicatissimi della vita del Paese come quello che siamo attraversando. Il tentativo di introdurre la “fonte unica” è grave e pericoloso. I giornalisti della Sardegna da sempre impegnati a respingere ogni tentativo di bavaglio all’informazione, rassicurano i propri lettori e i teleradioascoltatori che continueranno, come sempre, a consultare le fonti che ritengono più autorevoli per fornire un’informazione sempre più completa e aggiornata. I medici e gli operatori della sanità, protagonisti in questo momento di un impegno professionale apprezzato e pesantissimo, hanno piena solidarietà da parte della popolazione che nei loro confronti continua a conservare il massimo della fiducia e della stima».