Ieri, 9 marzo, Di Trapani aveva posto alcune domande «alle quali – spiegano Fnsi e Usigrai – il signor Vespa non ha ancora risposto: Vespa dice di essersi sottoposto volontariamente al tampone. Come ha fatto, visto che i protocolli prevedono il tampone solo per persone a contatto con contagiati e contemporaneamente con sintomi? Se la quarantena è di 14 giorni, perché la tempistica preventiva che vale per tutti per lui dovrebbe essere diversa? È quarantena volontaria? Se così si assume lui la responsabilità d’essere potenzialmente contagioso per tutte le persone con cui viene a contatto? Luogo di lavoro compreso?», chiede il sindacato.
«Le misure precauzionali decise per il Paese e dall’azienda – incalzano Fnsi e Usigrai – sono a tutela della salute pubblica e della salute di tutti i dipendenti, compresi i collaboratori di Bruno Vespa e quanti sono entrati in luoghi e contatti, quelli frequentati da Zingaretti suo ospite, potenzialmente contaminati. Il richiamo è a rispettare le regole a tutela della salute pubblica e dei dipendenti e a null’altro si riferiscono le domande poste dal segretario dell’Usigrai. Ogni altra lettura non è che una irresponsabile speculazione da cui chiunque dovrebbe astenersi considerata la drammaticità del momento che il Paese attraversa, a maggior ragione chi ha ruoli di responsabilità».
«Ci sono centinaia di persone che vorrebbero fare il tampone per tranquillizzarsi e per rassicurare anche i familiari conviventi, ma tutte si sono adeguate alle regole: si chiama rispetto e dovere civico a cui siamo tenuti tutti, anche gli artisti ben retribuiti», conclude il sindacato.