Ne fa sessanta Luciano Ligabue, artista, poeta, rocker emiliano e regista di alcuni gran bei film. Un compagno, nel vero senso del termine, un narratore di storie attento come solo i grandi emiliani sanno essere alle vicende del Paese e alla storia del mondo che lo circonda. Una realtà in continuo mutamento ma dalle radici antiche, solidissime, resistenziali, come dimostra una delle sue canzoni più significative dedicata, non a caso, al partigiano Luciano Tondelli.
L’anima del Liga sta a Campovolo, dove il suo pubblico ogni anno si scopre popolo e il concetto di comunità, nobile e tristemente posto in secondo piano dall’ignoranza corrente, trova nuovamente un senso.
Ligabue ne fa sessanta e noi ci fermiamo ad ascoltare la sua musica, profonda e intensa come un grido dal basso, come un’opera che nasce nelle osterie, nelle strade, fra la gente, in una terra sempre florida in fatto di cultura e passione civile, sempre aperta alle novità, straordinaria in fatto di solidarietà e per il suo incessante desiderio di creare gioia e felicità a disposizione di tutti. Di quella terra, l’Emilia Romagna, Luciano da Correggio ne è un simbolo e un punto di riferimento. E gli vogliamo bene soprattutto per questo: per il suo essere un emiliano ma, al tempo stesso, universale, innamorato del suo angolo di mondo ma capace di andare ben al di là, profondo, critico, positivo, una voce spesso fuori dal coro senza mai accantonare la propria umanità.
Vive, canta, suona, ama, regala magia ovunque e sa trasformare una platea in un universo di bellezza e di speranza. Tanti auguri, caro Liga! Cento di questi giorni!
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