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Le parole non sono pietre. Tre giorni di incontri a Roma su comunicazione e responsabilità

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Con una cerimonia in ricordo dei giornalisti e dei tipografi deportati nei campi di sterminio nazisti si è conclusa, domenica 1 marzo presso il Tempio maggiore di Roma, la tre giorni «Parole non pietre» promossa dall’associazione “Articolo 21” insieme con la Federazione nazionale della stampa italiana (Fsni), l’Ordine dei Giornalisti e altre organizzazioni, per richiamare la responsabilità di ogni cittadino, non solo degli operatori dei media, per una comunicazione basata sui principi dell’ascolto e del dialogo capace di far fronte al dilagare di messaggi di odio e di contrapposizione.

L’evento, animato dal presidente dell’Fnsi Giuseppe Giulietti e al quale è intervenuto anche il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, è stato anche un forte riconoscimento del contributo che gli uomini di fede possono dare in questo campo. Significativamente, la giornata inaugurale, il 28 febbraio, si è svolta nella sede della «Civiltà Cattolica». Nel mondo d’oggi, ha sottolineato il direttore della rivista Antonio Spadaro dando il benvenuto ai partecipanti, «sembra imporsi una narrativa della paura e del muro». Serve invece, ha precisato, «il riconoscimento di una fratellanza che è ciò che consente agli eguali di essere persone diverse. L’odio elimina il diverso. La fratellanza salva il tempo della politica, della mediazione, del compromesso, dell’incontro, della costruzione della società civile, della cura». Il rischio attuale di alimentare «tribù ostili invece di comunità», ha detto nel suo intervento il prefetto del Dicastero per la comunicazione Paolo Ruffini, si alimenta a volte anche con la pretesa di arruolare Dio dalla propria parte. «Il fondamentalismo fanatico — ha detto — fa oltraggio al Dio che dichiara di voler servire… Occorre spezzare questo incantesimo». Le religioni, ha aggiunto Ruffini, «non sono il problema, ma una parte della soluzione» e ha richiamato il Documento sulla fratellanza umana firmato un anno fa ad Abu Dhabi. Esso «indica una strada anche agli operatori della comunicazione. Questa strada ha bisogno di essere raccontata per essere capita» ha spiegato, auspicando la possibilità di promuovere a Roma un «incontro dei comunicatori di tutto il mondo, credenti e non credenti, di tutte le religioni, per confrontarsi su questo».

Di seguito pubblichiamo un contributo del coordinatore del Comitato tecnico-scientifico dell’associazione “Articolo 21” che presenta anche l’iniziativa della “Carta di Assisi”, manifesto degli operatori della comunicazione contro tutti i muri mediatici.


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