Se solo ci fermassimo a pensare, se solo comprendessimo che la vita delle persone a cui vogliamo bene dipende anche da noi. Se solo lo facessimo.
Mentre scrivo ho in mente le immagini drammatiche dei reparti lombardi di terapia intensiva. Vedere gli occhi dei medici, del personale sanitario, dei malati, è terrificante (per chi volesse un piccolo esempio, guardi il servizio di ‘Piazza Pulita’ di venerdì). Quelle immagini di ospedali allo stremo, di medici costretti a trasferirsi in ospedale per salvare le nostre vite. E quelle immagini stridono con chi, invece, dimostra strafottenza alle regole ed alla salute propria e dei propri cari.
Il coronavirus, purtroppo, non è uno scherzo e di questo schifoso virus si muore.
Ed allora come fare? Bisogna diminuire al minimo i contatti sociali. Si, al minimo. Restare a casa. Soprattutto i ragazzi: ho visto le foto della movida di ieri sera, in lungo e largo per il nostro Paese. Ho ascoltato le loro interviste mentre dicevano “tanto i ragazzi non lo prendono il corona”. Sappiate, ragazzi, che potreste essere voi a portarlo ai vostri genitori o ai vostri nonni. E che loro, se con altre patologie, potrebbero morire. Anche questo non vi interessa?
Per favore, ascoltiamo chi si sta facendo in 4, in 8, in mille per salvarci.
Ne va della vita di ognuno di noi. E dei nostri cari.
Riusciremo a superare questa fase di emergenza ma rimaniamo a casa.