Facendo un riepilogo di tutte le domande serie che ciascuno di noi si è posto in queste settimane di quarantena, ed aggiungendone una più che altro faceta, si può raggiungere il numero dei dieci Comandamenti (che Mosè mi perdoni) che di seguito si elencano:
- Perché non rendere obbligatorio, a chi esce di casa, l’uso delle mascherine, unico metodo “certo” di contenimento dei germi (Tbc compresa) all’interno degli infetti?
- Ha senso diffondere, ufficialmente, dati assolutamente aleatori come i contagiati (dati -funzione dei tamponi eseguiti) e dei deceduti (dati- funzione del luogo del decesso)?
- Chi ha stabilito la distanza di (solo) un metro?
- Il clima e l’inquinamento sono fattori moltiplicanti il contagio?
- I giovani sono più resistenti, oppure in parte immuni?
- I vecchi siamo soltanto più deboli o facilitiamo il contagio?
- Al fine di comprendere meglio l’andamento del contagio (Bertolaso, ad es., era già contagiato prima di arrivare a Milano?) non sarebbe utile mappare i tragitti e gli incontri dei contagiati?
- Per consentire misure personali adeguate, si potrebbero mappare anche le zone e/o quartieri a maggior incidenza di casi?
- Stante che il virus predilige l’umidità, è bene (o male) lavare le strade con l’acqua delle autobotti?
- Stante la positività del Principe di Galles, vista l’intervista al “London Financial Times”, Draghi vuole diventare il Re d’Inghilterra?
Prima abbiamo scomodato Mosè.. per le risposte ci affidiamo a Bob Dylan.