La notizia storica della settimana è stata trascurata dalle TV e dai giornali nazionali, relegando il Papa nelle pagine centrali. Probabilmente l’uno all’oscuro delle intenzioni dell’altro, il Papa ed il Presidente, nella medesima sera, si sono involontariamente contesi la scena. La differenza tra i due eventi è nella preparazione. Certamente quasi assente per Bergoglio, che ha rivolto un messaggio all’umanità intera, come solo un uomo di enorme onestà e coraggio poteva, da solo, concepire. Un gesto che ha colpito l’opinione pubblica mondiale, anche di chi non è credente. L’immagine di una benedizione “Urbi et Orbi”, nella grande Piazza vuota, sarà più che indimenticabile.
Il perché dell’involontario “scontro” mediatico tra Papa e Presidente (in Italia vinto da quest’ultimo) è chiaramente espresso nel messaggio (reiterato a reti unificate) di Mattarella. “Non ne usciremo da soli!”. Prova immediata è stata la contemporanea azione di: Draghi, Macron, Monti, Berlusconi e Mattarella, che hanno pressoché espresso la stessa opinione sul “dopo”, amplificata da potentissimi uffici stampa. Nulla di rassicurante. Soprattutto perché, all’italiana, si stabilisce (in pochi) il “come”, si trascura il “cosa” e si ottunde il “perché”.
Nulla di più lontano dal populismo anima queste righe, ma lo scoprire intese per perseguire gattopardesche soluzioni teleguidate, spinge ad apprezzare persino Trump. Invece di “programmare” l’altrui futuro, potremmo sfruttare il tempo di stasi e attesa (che abbiamo, ed anche troppo) per produrre e lanciare idee e progetti: anche quelli con disegni e còmputi. Una sorta di libero “brainstorming” mondiale, per sognare, immaginare e poi trovare il nostro futuro. Da molto prima della pandemia, l’unica speranza per il mondo intero è che tutto cambi, ma per cambiare veramente.