“Siamo arrivati quasi a 800mila euro. Non è stata una star o un vip ad aver promosso la campagna. Ma una semplice studentessa di medicina. Spesso, e a ragione, si ragiona sulle distorsioni della ‘rete’. Il caso della donazione al Cotugno rivela che le potenzialità sono anche estremamente positive. È la vecchia storia del coltello che serve per tagliare il pane, ma anche per ammazzare. Non sono gli strumenti in sè ad essere buoni o cattivi. È l’uso che se ne fa. E per promuovere il migliore uso bisogna accrescere il grado di consapevolezza collettiva. La paura ha spinto alla solidarietà, passando per la conoscenza. Sarebbe bello che questa conoscenza nascesse anche da fonti diverse dalla paura. Bisogna ringraziare i giornalisti che hanno dato risonanza alla bella novella, Articolo21 Campania, che l’ha promossa mediatamente, i direttori dell’Ospedale Giovanni De Masi e Maurizio Di Mauro, ma soprattutto i cittadini che si sono attivati per donare”.
Questa la dichiarazione per le pagine di Articolo21 del notaio di Napoli, Dino Falconio, che per primo ha fatto diventare ufficiale la bellissima iniziativa “partita dal basso” per aiutare il Cotugno di Napoli, dato il clima di emergenza dovuto al Covid-19. L’importante raccolta è stata promossa mediatamente da Articolo21, sezione Campania, con un ufficio stampa solidale e si è conclusa con la donazione di 800mila euro all’ospedale della Colli, già sono stati prelevati 500mila euro. Una favola dal lieto fine, che ha avuto come protagonista una incredibile ragazza di 23 anni. In tempi di zona rossa, invece di andare in giro a violare le regole per baretti (come moltissimi suoi coetanei in tutta la Penisola), Federica De Masi lunedì 9 marzo alle ore 17 “fa la cosa giusta!”. In occasione del suo compleanno, da lì a qualche giorno, organizza un foundraising destinato alla Azienda Ospedale Dei Colli con specifico riferimento al Centro di Malattie infettive Cotugno, al fine di raccogliere contributi.
La ragazza, iscritta al sesto anno di medicina, ma impossibilitata a prestare servizio in altro modo, trova così il modo di contribuire alla lotta al coronavirus.
L’obiettivo iniziale era quello di raccogliere 500 euro, ma l’iniziativa, nata tra un ristretto gruppo di amici, inizia a prendere piede… Così a “sostenerla” dal punto di vista legale, “burocratico”, interviene un noto notaio di Napoli, Dino Falconio, che aiuta la studentessa, mettendola subito in contatto con Giovanni De Masi, direttore Amministrativo dell`A.O. dei Colli, il dottor Roberto Parrella, Direttore UOC Malattie Infettive a Indirizzo Respiratorio, AORN Ospedali dei Colli – Ospedale “D. Cotugno” di Napoli ed Ettore Cinque, assessore al bilancio della Regione Campania. L’alleanza è concreta! La raccolta diventa ufficiale….
“Sono Federica De masi, una studentessa di medicina – aveva scritto nella piattaforma l’organizzatrice – sono preoccupata e ho deciso di agire istintivamente. Mi sono messa su google cercando soluzioni. Ho trovato questa piattaforma affidabile per altre raccolte organizzate. Ho deciso di azzardare e mi è venuto in mente di dare una mano in questo modo. Ho consultato per bene la pagina di Internet e ho scoperto che in dieci minuti ho potuto creare questa campagna e gestirla personalmente, con l’accordo di prendere questi soldi e darli al Cotugno. Ho scelto quest’ospedale perché è il nostro punto di riferimento in quanto sede di malattie infettive di Napoli e credo abbia bisogno di supporto materiale.Attorno a me si stanno aggregando tutti i miei colleghi universitari e specialisti interessati fortemente nella cosa e stanno dando un aiuto per cercare un contatto per far arrivare questa somma, che mai pensavo di raggiungere in così poco ! Ho 23 anni, e da futuro medico quale (spero) sarò, non potevo permettermi di non fare niente in questa situazione. Non siamo in Lombardia, nel nord Italia, siamo in Campania, e come racconto dobbiamo fare in modo da sostenerci, perché non abbiamo né i materiali né le attrezzature a sufficienza per contrastare quest’epidemia oggi giorno. Facciamo qualcosa e rendiamoci utili”.
Intanto sale a 749 – dato aggiornato alle 23 di giovedì 19 marzo, il numero dei contagiati da Coronavirus in Campania.L’Unità di Crisi della Regione Campania comunica che nella serata di oggi sono stati esaminati 182 tamponi di cui 26 risultati positivi presso il centro di riferimento dell’ospedale Cotugno; 48 tamponi di cui 4 risultati positivi presso il centro di riferimento dell’ospedale Ruggi d’Aragona; 39 tamponi di cui 9 positivi presso il centro di riferimento dell’ospedale San Paolo 48 tamponi di cui 4 risultati positivi presso il centro di riferimento della Federico II ; 61 tamponi dei quali nessuno risultato positivo presso il centro di riferimento dell’Ospedale Sant’Anna, 40 tamponi di cui 8 positivi presso il centro di riferimento dell’ospedale Moscati. Anche per questi 51 si attende la conferma ufficiale da parte dell’Istituto Superiore di Sanità. Sono 30 invece le persone guarite (di cui 3 totalmente guariti e 27 guariti clinicamente» cioè divenuti asintomatici per risoluzione della sintomatologia clinica presentata).
La buona notizia è che sono stati estubati e respirano da soli due dei pazienti trattati a Napoli con Tocilizumab come farmaco off label. I due fanno parte dei 16 contagiati da Covid-19 in terapia intensiva all’ospedale Cotugno e dei 5 trattati con il farmaco prodotto da Roche sulla base dell’intuizione dell’equipe dell’Istituto tumori Pascale guidata da Paolo Ascierto, corroborata dall’esperienza dei medici cinesi, prima dell’avvio oggi della sperimentazione legata al protocollo Aifa.
Ora andranno in un normale reparto di degenza. Il Tocilizumab ha consentito loro di superare le difficoltà respiratorie connesse alla polmonite interstiziale subentrata per il coronavirus.
È invece partita stamattina all’ospedale Pascale la sperimentazione clinica del Tocilizumab. Si lavorerà secondo il protocollo approvato in tempi record da Aifa e dal Comitato Etico in una sinergia tra ricercatori e istituzioni di tutta Italia, passando per l’Università di Modena e l’ospedale Spallanzani.
Il gruppo, coordinato dall’equipe di Franco Perrone, oncologo del Pascale come l’altro oncologo, Paolo Ascierto, il primo in Italia ad avere avuto l’intuizione di trattare il farmaco off label come in Cina, si muoverà su una piattaforma informatica dove vengono raccolti i dati di tutti i pazienti degli ospedali italiani che verranno trattati con il farmaco.
I centri si iscriveranno con una procedura, via Internet, e potranno registrare pazienti da trattare nelle prossime ore e giorni. Sempre tramite la piattaforma partiranno due volte al giorno gli ordini per il farmaco, che la casa farmaceutica Roche che lo produce, spedirà direttamente alle farmacie dei centri. Ci vorranno mediamente 24 ore per il trasporto.