Basta clochard sulle strade! Occorre un serio intervento per attribuire una casa a chi non la possiede e non ha i mezzi economici per possederla. E’ ora che il Governo vari il decreto ‘Una casa per tutti’. Vogliamo che l’Italia sia fondata sui valori umani, sui valori della solidarietà, sui valori della comprensione, sui valori dell’aiuto ai più deboli perché viva lo ‘Stato di Diritto’. Attualmente, purtroppo, impera solo il dio denaro ed il menefreghismo, che propagano il razzismo sociale veicolo di un continuo impoverimento. Possiamo constatare, tuttavia, che, al di là di tanto egoismo sociale, non poche sono le persone, sorrette da una fervida fede umanitaria, le quali si adoperano, con grande vigore, quotidianamente, per edificare una società il cui modello si ispiri alla reciprocità e all’equità sociale.
Il decreto del Governo “Io resto a casa” per contenere il diffondersi del Coronavirus, purtroppo non tiene conto di chi una casa non la possiede e vive per strada. Vi sono gli ultimi, i dimenticati ed è certo che il decreto “Io resto a casa” di essi non tiene conto. Il decreto tiene conto solo di coloro che possiedono una casa, un tetto sopra la testa. C’è da chiedersi: “Chi questo tetto non ce l’ha dove resta?”. Addirittura, i senza tetto possono essere multati, denunciati e rischiano 3 mesi di carcere: una assurdità, una discriminazione, un atto di violenza verso i più deboli ed i più poveri della nostra società. Possiamo constatare che vi sono le quali dormono in macchina, sia nel Nord Italia, sia nel Sud Italia. Si può affermare che è aumentato drammaticamente, negli ultimi tempi, il numero delle persone la cui dimora è diventata la strada.
Essi non hanno più una propria abitazione e dormono sotto le stelle, hanno come coperte cartoni o stracci sporchi, raccolti chissà dove. Prediligono come dimora le strade del centro delle città o le stazioni ferroviarie. Stendono per terra i loro corpi ovunque ci sia un tetto sporgente che li copra e li protegga dalla pioggia. Non siamo nel cosiddetto “terzo mondo”, siamo a Milano, a Roma e nelle più grandi città italiane. Al di là della profonda tristezza e dello sconforto inesprimibile che lo spettacolo doloroso che le persone “distese per strada” suscitano, constatiamo la sconfitta di uno Stato, il nostro Stato, che sembra restare indifferente, che sembra aver chiuso gli occhi di fronte all’evidenza di tanta tragedia. E’ certo che i cittadini, che si sono impoveriti a tal punto da aver perso tutti i loro beni materiali e che, per tale motivo, sono costretti a dormire nelle strade, non ingenerano solamente un sentimento di “pena” o dolore nel cuore di chi li guarda, essi rappresentano amaramente e, senza alcun dubbio, la disfatta dello “stato di diritto”, senza del quale non esistono le condizioni perché un popolo si definisca “Stato” o “Nazione”. E cosa resta della democrazia quando il divario tra ricchi e poveri è diventato quasi incolmabile?
Non sono necessari solo pasti caldi o coperte che servono solamente a tamponare una situazione drammatica. Non bastano! Non “istituzionalizziamo”, come abbiamo fatto per secoli, l’elemosina! E’ necessario che ogni persona abbia un letto, una stanza con i relativi servizi igienici. Ad una casa hanno diritto anche gli animali e ad essi l’assicuriamo. Ma l’uomo, al di là del rispetto per gli animali, vale molto, molto di più. E’ giunta l’ora che il valore dell’essere umano venga riscattato. Lo Stato italiano dovrà impegnarsi inderogabilmente perché sia offerta una casa ad ogni essere umano, dove possa vivere e dormire, da solo o insieme ai propri affetti, con dignità. Bastano pochi metri quadrati perché sia realizzata una casa: non vi è dubbio. E non vi è dubbio che la casa deve essere il primo diritto da assicurare! Si può e si deve fare! Basta con la barbarie!”