“Käthe prese la rincorsa e cominciò a saltare. Giunta all’altro lato della strada si fermò, parve per un attimo senza fiato, poi si voltò verso Henny e riprese a saltare. Approdò infine tra le braccia dell’amica, che l’accolse con sollievo. Otto salti per arrivare da casa dell’una a casa dell’altra. Come facevano da bambine, ma allora potevano vedersi anche solo affacciandosi dalle rispettive cucine”.
Dopo “Figlie di una nuova era” (2018) e “E’ tempo di ricominciare”(2019), è arrivato in libreria il 2 marzo, ancora una volta con Fazi Editore (527pp, 20Euro), il terzo libro della “trilogia del secolo”, la “Jahrundert Trilogie”, della giornalista e saggista tedesca Carmen Korn.
Con “Aria di novità”, si conclude il viaggio dell’autrice tra gli avvenimenti più importanti che hanno caratterizzato il “secolo breve”, raccontati attraverso la storia di un’amicizia forte, inossidabile – con i suoi turbamenti e le sue debolezze – tra quattro donne: Henny, Käthe, Lina e Ida, tutte nate nei primi anni del 1900, nel quartiere Uhlenhorst di Amburgo. Un quartiere in cui si scontrano i loro mondi, così diversi: levatrici le prime due, insegnante e in seguito libraia la terza, altoborghese la quarta. Stante le diversità, le quattro si ritrovano profondamente unite nell’affrontare la vita, nella gioia e nelle sofferenze. E’ così che le loro storie e quelle delle loro famiglie si intrecciano, indissolubilmente, agli eventi cardine del ventesimo secolo.
Se con il primo romanzo la Korn aveva affrontato un arco narrativo che va dal 1919 al 1948 e con il secondo quello che va dal 1949 al 1969, nel terzo, la scrittrice ripercorre gli avvenimenti che vanno dal 1970 al 1999.
Nonostante il lungo arco temporale in cui si snodano le vicende delle protagoniste, l’accurata caratterizzazione, piena di dettagli e sfumature, ce le presenta vicine, empatiche, autentiche, incredibilmente ‘vive’.
“In un mondo in cui a dominare è l’incertezza, ancor di più c’è il bisogno di memorie collettive in cui potersi ritrovare”, ha commentato la Korn in una recente intervista.
“Aria di novità” si apre nel marzo del 1970 tra i preparativi del settantesimo compleanno di Henny. Dopo la prematura perdita di Lud e il difficile matrimonio con Ernst, Henny, ancora giovane nell’animo e nel corpo, si accompagna ormai da due decenni al medico Theo Unger. Ma non sono stati soltanto quelli i grandi cambiamenti della sua vita: Henny ha perso dapprima suo padre, arruolatosi nel 1916 e mai tornato e ha quindi attraversato gli anni del nazismo con il terrore di non ritrovare la sua grande amica, Käthe, deportata così come suo marito Rudi, entrambi oppositori del regime. Dopo la ricostruzione, il peggio sembra passato e c’è davvero una grande aria di novità in quest’ultimo trentennio. Ma l’orrore non è ancora finito: gli anni ’70 sono gli anni della Rote Armee Fraktion, in cui la Raf riscuote un certo consenso tra i giovani studenti universitari tedeschi, almeno nel periodo antecedente alla fase stragista. Oltre al gruppo terroristico in cui viene coinvolta anche Ruth, figlia adottiva di Käthe e Rudi, tradendo i suoi ideali pacifisti – sono gli anni della guerra in Vietnam – dove è voluta andare anche Katja, nipote di Henny, aspirante reporter dai territori di conflitto, della Germania della DDR e della Stasi – dalla quale aiutano ad evadere i fratelli Jon e Stephan –, degli scandali della Casa Bianca e della grande minaccia dell’Aids – che ha turbato anche le vite di Alex e Klaus.
E’ in questo periodo di grandi cambiamenti che continuano ad inanellarsi le storie di queste inseparabili amiche e delle loro famiglie, culminato in un momento epocale: il crollo del Muro del 1989, che ha segnato la fine di un’epoca.
La narrazione ci accompagna fino al capodanno del 1999, la fine del secondo millennio, mentre “Alex stava suonando su un piano fatto uscire tanto tempo prima, con l’inganno, dall’ormai defunta DDR”.
Con il terzo, attesissimo volume, Carmen Korn chiude questa trilogia davvero memorabile.
Un viaggio emozionante e avvincente nel XX secolo, tra gli orrori e le contraddizioni che hanno segnato la Germania e il mondo di quegli anni del nostro recente passato, raccontato con gli occhi di queste quattro donne, con le loro paure, speranze, sconfitte e coraggio. La scrittura è fluida e coinvolgente, e densa di riferimenti narrativi, poetici e musicali, in equilibrio perfetto tra pathos e ironia.
Tre libri che scorrono veloci, mantenendo un ritmo narrativo vivace ed avvincente, che non cede mai alla noia, nonostante le oltre 1500 pagine, grazie soprattutto alla eccellente caratterizzazione dei personaggi.
Una trilogia che, mescolando sapientemente sentimenti, guerra, politica e terrorismo ti trascina tra le strade di Amburgo e della Germania di quegli anni, che sembrano prendere vita tra le pieghe del racconto.
Tre libri magistrali, anche grazie alla eccellente traduzione di Manuela Francescon. Tre libri che, in verità, non vorresti mai finire.