BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

#8MARZO. Perché festeggiare con “Lucha y Siesta”, la casa-simbolo contro la violenza sulle donne

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C’è una vecchia stazione dell’Atac a Roma dove da dodici anni le donne che hanno subito violenza trovano rifugio, conforto, assistenza legale e morale. E’ la casa “Lucha y Siesta” che il Comune di Roma, guidato da una donna, non ha salvato e che, per questo, il 7 aprile andrà all’asta. Eppure proprio lì, nell’immobile recuperato, l’otto marzo è una data speciale, la stessa in cui nel 2008 è partita la bella avventura di Lucha y Siesta, diventata presto un grande progetto culturale, un sogno non solo femminista bensì un importante tassello nella rete dell’assistenza sociale a Roma, punto di riferimento anche per le altre città. Tutto potrebbe finire, eppure oggi è di nuovo festa in questa casa per le donne. Mentre attorno l’argomento più seguito è il coronavirus val la pena fermarsi anche solo un attimo e riflettere su cosa ci potremmo perdere tra appena un mese perché lo sgombero sembra inevitabile nonostante i molti appelli ad evitare la vendita e a pensare invece ad un serio piano di salvataggio. Da “Lucha y Siesta” in questi anni sono passate centinaia di donne, ognuna una storia di abusi, violenza, fuga da casa con i figli al seguito e ricerca di un riscatto sempre possibile. Le operatrici volontarie dalla scorsa estate hanno chiesto il sostegno popolare puntando alla sensibilizzazione più ampia possibile. Ciò non ha scongiurato il rischio di chiusura. Non finora, nonostante l’impegno della Regione Lazio e la mobilitazione esterna perché è il proprietario dello stabile ad avere l’ultima parola. Per cambiare idea basterebbe dare un’occhiata ai numeri: la casa può ospitare 14 donne che hanno subito violenza, la metà di tutti i posti disponibili a Roma per lo stesso fine (37) a fronte di un’esigenza reale calcolata in 300 posti. Questo luogo riassume un complesso di simboli, dall’occupazione tutta femminile agli obiettivi di tutela reale delle donne, mille buone ragioni per far festa lì l’otto marzo e tutto il resto dell’anno. Se si potrà ancora avere quello spazio a disposizione.


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