Il cielo azzurro di Trento sovrastava la città che ha accolto il presidente del Parlamento europeo David Sassoli arrivato da Bruxelles per intervenire dal palco alla cerimonia inaugurale della Fondazione Antonio Megalizzi svoltasi venerdì 14 marzo presso la Sala Depero sita all’interno del palazzo della Provincia autonoma di Trento. Una cerimonia solenne e partecipata nella quale si sono susseguiti gli interventi delle massime autorità coordinati con grande professionalità da Gianpaolo Pedrotti responsabile dell’ufficio stampa della PAT il quale ha accolto Domenico e Annamaria Megalizzi, la sorella di Antonio, Federica, Luana Moresco presidente della Fondazione e i vertici istituzionali e personalità civili e militari, il vescovo Lauro Tisi. In prima fila il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, l’ex presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, il rettore dell’Università di Trento Paolo Collini, il presidente della FNSI Giuseppe Giulietti, Alberto Matassino direttore generale Corporate RAI, Amanda Luisa Guida, responsabile editoriale Europhonica, il segretario del Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige, Rocco Cerone; il segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani; il vicedirettore dell’Agi e consigliere nazionale della Fnsi, e presidente di Articolo 21 Paolo Borrometi. L’inno alla gioia di Beethoven è risuonato all’inizio per annunciare l’avvio ufficiale della Fondazione dedicata al giovane trentino assassinato a Strasburgo nel 2018. Subito dopo la diffusione di un brano del racconto breve “Il cielo d’acciaio” scritto da Antonio Megalizzi e registrato in uno studio radiofonico con le voci di molte delle sue colleghe e colleghi di Europhonica. Giampaolo Pedrotti ha spiegato come Megalizzi sia diventato un simbolo nel mondo reale e culturale e ha chiesto a tutti i presenti di alzarsi in piedi e di chiudere gli occhi per ascoltare profondamente la voce di Antonio e di tutti gli altri giovani radiocronisti. Uno dei momenti più commoventi che hanno subito fatto emozionare la sala gremita di tanti cittadini e cittadine nel sentire come «Antonio sia diventato un simbolo nel mondo reale e culturale».
A dirlo anche il sindaco Alessandro Andreatta: «Antonio è qui di fronte a noi e ci ha trasmesso una tale energia da riuscire a rivitalizzare tutti. Il terrorista con il suo vile gesto ci ha uniti e ci ha invitato a portare avanti le sue idee. Ringrazio la Federazione nazionale della stampa, il Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige, l’Usigrai e la Rai, il presidente Fugatti per aver deciso di unirsi tutti insieme con l’intento di dare vita alla Fondazione». La diretta dell’evento è stata trasmessa in streaming su Rainews.it e sul sito del Tgr Rai del Trentino (in sala anche il direttore della sede Rai di Trento Sergio Pezzola che dalla cabina regia ha coordinato la registrazione), un omaggio dovuto a Megalizzi che aveva collaborato nella sua breve carriera con la redazione di Trento occupandosi del progetto di Altiero Spinelli considerato uno dei padri fondatori dell’Unione europea per la sua convinta volontà di integrazione tra stati, come ha ricordato Alberto Matassino e la partecipazione della Rai all’iniziativa “Non fermiamo questa voce” (il 14 dicembre 2019 ad un anno esatto della scomparsa di Antonio sia il canale radiofonico di Radio Rai 3 sia le emittenti universitarie del circuito RadUni, hanno trasmesso a segnale condiviso la registrazione delle sue interviste e scritti): «Antonio Megalizzi aveva a cuore l’Europa che lui stesso aveva definito come “la concretezza di una realtà dei valori”– ha concluso il direttore generale della Rai.
Per far conoscere l’attività radiofonica ereditata il presidente della Fnsi Giulietti ha anche ricordato i cronisti che hanno dato la vita per il loro lavoro e consegnato al presidente del Parlamento Ue, David Sassoli, le registrazioni dei primi programmi radiofonici realizzati in Rai a Trento di Antonio e una copia della Carta di Assisi contro i linguaggi dell’odio. «Non possiamo dimenticare quei giovani che, come Antonio volevano illuminare l’oscurità. di Giulio Regeni, Ilaria Alpi, Valeria Solesin, assieme a persone che mancano da troppo tempo e vogliamo vedere tornare: Silvia Romano e padre Paolo Dall’Olio. Ma penso anche chi, come Patrick George Zaky, è stato arrestato per aver criticato il suo Paese – ha ribadito dal palco Giulietti proseguendo – oggi non è una giornata di commemorazione, ma di azione. Continuiamo il viaggio di Antonio, assieme ai tanti ragazzi che hanno creduto nella volontà di illuminare l’oscurità. Il nostro impegno però deve essere sempre un passo indietro alla famiglia con garbo e rispetto e far avanzare non noi ma i sogni di Antonio. Un viaggio di una comunità che deve proseguire e impedire che venga sequestrata la libertà d’opinione. Articolo 21 ha nel suo cuore, come tanti giornalisti, la preoccupazione per i colleghi arrestati e penso, ad esempio alla Turchia. Il fastidio per le fake news è un altro tema caro a cui si dedicava Antonio (fra le proposte avanzate da Giulietti per la Fondazione, l’idea di raccogliere gli scritti di Megalizzi sulla falsificazione delle notizie, al fine di avviare un dibattito nelle istituzioni europee, ndr), la cura artigianale per l’informazione sempre connessa tra le parole e le cose giustifica quello che dici. Il rischio della morte del giornalismo e forse anche delle istituzioni è dato dalla tendenza negativa di diffondere allarmismi e non allarmi reali. L’inquinamento delle notizie è ormai una cosa consolidata». Il presidente della FNSI ha poi lanciato l’iniziativa che si terrà a Roma dal 28 febbraio al 1 marzo “Parole non pietre” organizzata da Articolo 21, Federazione nazionale della stampa, UsigRai Ordine dei Giornalisti del Lazio con la sessione di apertura ospitata nella sede di Civiltà Cattolica, a cui parteciperanno anche la famiglia Megalizzi, Lucchetta, Siani, Impastato, Fava, Rocchelli (accomunati da lutti che li ha colpiti da mano armate e assassine).
Il presidente Maurizio Fugatti ha spiegato come «la Fondazione nasce da un impeto civile, del tutto spontaneo, che rappresenta una sorta di eredità che Antonio ci ha lasciato, perché la sua tragica vicenda, che ha scosso le coscienze di tutti noi, si è trasformata in un impegno, che ha dato vita a svariati progetti, tutti ispirati dalla figura e dai sogni di un giovane. Rivolto ai giovani, entrando nelle scuole e nelle università, per confrontarsi e discutere, nel rispetto del pluralismo e per fornire ai ragazzi gli strumenti che possano aiutarli a sviluppare spirito critico e per far loro comprendere i profondi mutamenti in atto nella nostra società. Il Trentino ha sempre creduto nelle ragioni che hanno portato alla nascita dell’Unione europea, alla necessità di costruire una nuova comunità di popoli, in cui le differenze possano convivere nell’unità. Noi crediamo ancora in questa intuizione – ha concluso il presidente – e scegliamo, come pensava Antonio Megalizzi, di impegnarci per costruire un’Europa più unita, più solidale, più giusta, più forte, capace di affrontare le sfide sociali che sono davanti a noi, che non arretra di fronte alle sue responsabilità e che non soccombe davanti all’odio e alla paura».
L’intervento conclusivo è stato tenuto da David Sassoli il quale ha esordito con parole significative: «cosa sarebbe oggi l’Europa senza l’Unione europea? Una domanda che anche Antonio si poneva e in lui oggi possiamo vedere il simbolo dell’Europa che vogliamo, un’Europa forte, autorevole, che crede nella giustizia. Ci ha lasciato un’eredità importante, quella di costruire un’Europa nella democrazia. Sosteneva che potremo essere contenti di aver creato veramente l’Europa quando le distanze si accorceranno. Ed è per questo che c’è bisogno di una buona informazione. Lui stesso contrastava la falsità delle fake news e il senso dell’informazione non è quello di essere omologata ma deve avere un obiettivo per la nostra vita e per il nostro futuro. Con la nascita della Fondazione lo state facendo per noi e se Antonio ora potesse raccontare cosa sta accadendo lo farebbe con passione. Noi tutti dobbiamo coltivare questa passione creando una comunità d’intenti. Esiste il contesto dove è possibile trovare il senso dell’Unione europea perché il mondo è profondamente cambiato. Tutti i paesi hanno dei valori e dobbiamo chiederci come potrebbero vivere in un mondo globale dove è faticoso farlo senza Unione europea. Come sarebbe possibile? Il dibattito vero è quello dell’utilità della Comunità europea e come sviluppare se stessa nel panorama internazionale per la difesa dei valori fondamentali. Ci aspetta una sfida importante ed è quella di definire l’Europa nei prossimi sette anni, raccontare il bilancio dell’Unione che non è un processo per commercialisti ma lo sviluppo di idee. Dobbiamo allargare – ha proseguito il presidente Sassoli – le distanze tra i paesi e territori. Antonio avrebbe capito tutto subito. Il Parlamento europeo ha un punto di vista unanime e forte. Un’Europa che faremo valere. Ad un sano patriottismo non si sovrapponga un nazionalismo che farebbe male a tutti noi. Ed anche per questo che Antonio Megalizzi ci manca molto!»
Al termine della cerimonia si è esibito il Coro giovanile dei Minipolifonici di Trento: le voci dei giovani artisti per l’omaggio finale di una cerimonia accolta da lunghi applausi per l’intensità emotiva dimostrata da tutti i partecipanti.
registrazione streaming Rainews24
presentazione-Fondazione-Megalizzi-diretta streaming David-Sassoli-Antonio-Tajani-