Interamente mimato dalla bravura di sette attori – di cui una donna (Patrizia Ciabatta) che non è rumena, ma ne imita l’accento alla perfezione – senza scenografia, se non la suggestione della colonna sonora e delle luci, in un perimetro senza palco e per questo più coinvolgente nei confronti degli spettatori, è in scena fino al 1 marzo 2020 al teatro Lo Spazio di Roma l’atto unico “Vita da cani – l’ultima scommessa”.
Racconta di un’immaginaria sala, dove ciascuno si cimenta nella propria specialità: calcio, slot machines, gratta e vinci, ippica e corse di cani virtuali, nuova frontiera del gioco d’azzardo. Luogo di sogni mai realizzati, amplessi desiderati e inappagati dalla dea fortuna, convitato di pietra che si supplica e maledice attraverso le macchinette mangiasoldi. “Vita da cani – L’ultima scommessa” è diretto da Ariele Vincenti, nato da un’idea di Simone Pulcini e scritto insieme a Italo Amerighi. Argomento raramente affrontato oggi dal teatro italiano, nonostante abbia un forte impatto sociale.
Particolarità dello spettacolo è avere dialoghi incrociati di coppie di attori, tecnica che dà la suggestione di una Babele di protagonisti e vedute, ampliando il perimetro della scena. Nei personaggi che ora si esaltano, ora cadono nell’ansia più nera, il senso di colpa per la dipendenza patologica aleggia inconscio: nell’introduzione si dice che solo la “livella” della morte possa togliere il peso della diversità. Eppure nella sala scommesse, il mal comune diventa mezzo gaudio e ci s’illude di avere il controllo degli eventi.
Lo spettacolo sollecita il riso, punta sull’ironia di chi minimizza la propria condizione. Il regista Ariele Vincenti conferma che la piéce riproduce atteggiamenti psicologici reali. E non ha forse Fëdor Dostoevskij messo in bocca al “suo” giocatore: “Vero è che, su cento, uno solo vince, ma a me che importa?” La vita tuttavia, del cui passaggio non ci si accorge, non dimentica di presentare l’immancabile conto dovuto al suo stesso imprevedibile “gioco d’azzardo”.
Vita da Cani – L’Ultima Scommessa
Di Simone Pulcini e Italo Amerighi (da un’idea di Simone Pulcini)
Con Stefano Ambrogi, Italo Amerighi, Patrizia Ciabatta, Daniele Locci,
Matteo Milani, Luca Paniconi e Simone Pulcini
Regia di Ariele Vincenti
Fino al 1 marzo
Teatro Lo Spazio- Roma