Il testo integrale dell’intervento del Vice presidente nazionale ANPI, Gianfranco Pagliarulo, al seminario “Il fascismo di confine e il dramma delle foibe” svoltosi il 4 febbraio a Roma
“IL FASCISMO DI CONFINE E IL DRAMMA DELLE FOIBE”
Seminario promosso dall’ANPI nazionale e dal Coordinamento regionale ANPI Friuli Venezia Giulia in vista del Giorno del ricordo (10 febbraio)
Roma, 4 febbraio 2020 – Biblioteca del Senato, Sala degli Atti parlamentari
INTERVENTO CONCLUSIVO
L’Anpi nazionale e l’Anpi del Friuli Venezia Giulia hanno promosso questo seminario nella ricorrenza del Giorno del Ricordo, con particolare riferimento a quella che al termine del primo capoverso della legge viene definita “la più complessa vicenda del confine orientale”. E questo per due ragioni. La prima: la storia recente del confine italo sloveno fa parte della storia nazionale ma con caratteristiche specifiche e peculiari; essa costituisce un insieme complesso e per alcuni aspetti controverso, che va analizzato con rigore e serietà. È questo il motivo per cui abbiano chiamato storici e ricercatori riconosciuti e affermati, che ringrazio davvero per l’importante contributo che hanno dato oggi. La seconda ragione di questo seminario è che, da quando nel 2004 è stata varata la legge, la “complessa vicenda del confine” a cui ho accennato e che dovrebbe essere oggetto di riflessione nel Giorno del ricordo non è mai o quasi mai stata indagata e analizzata in occasione proprio del Giorno del ricordo. Troppe volte in questi anni le ragioni della ricerca storica sono state sopraffatte da quelle della strumentalità politica. Da ciò un insieme di banalizzazioni, rimozioni ed enfasi, di polemiche, di faziosità, di veleni.
Ne siamo consapevoli da tempo, tant’è vero che nel 2016, al termine di un ampio seminario sul tema, l’Anpi nazionale approvò un lungo documento in merito. Per questo oggi, a partire da quel lavoro, abbiamo continuato la riflessione, certo non su tutto, ma su alcuni specifici temi, assieme interpretando ed ottemperando al disposto della legge. Naturalmente ci riserviamo in futuro di affrontare altri dei tanti e drammatici temi legati alla vicenda del confine.
La prima questione che vorrei porre, come confermato anche da questo seminario, è che non siamo affatto reticenti ad affrontare alcun tema, a cominciare da quello delle foibe. Non è in discussione il giudizio relativo al dramma delle foibe, che riguarda l’uccisione di un ancora imprecisato numero di persone senza processo o con un processo sommario. Ma proprio questo giudizio sollecita la necessità di approfondire la ricerca storica su chi, perché, quanti e quando sono stati vittime, e chi, perché, quanti e quando sono stati carnefici. Questo è compito appunto della ricerca e non della politica; viceversa, la politica, in questa misura, distorce la verità storica e la presenta a vantaggio di questa o quella parte.
Ciò detto, va rimarcato che in questi anni nelle iniziative legate al Giorno del Ricordo è stata sovente rimossa la memoria di tre circostanze essenziali, gravide di conseguenze catastrofiche per quelle terre, in successione cronologica: il fascismo di confine; l’invasione italiana della Jugoslavia; la costituzione della Zona d’operazione del Litorale adriatico (Adriatisches Kustnland)… Continua su anpi